Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
P. Giocondo Pio Lorgna, O.P. Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine IntraText CT - Lettura del testo |
67. (s. a.)
Breve profilo ascetico più che mistico della beata Stefana Quinzani, nata il 7 settembre 1457 e morta a Soncino nel 1530. Curiosamente, a metà discorso, il Padre accenna al terremoto che ha scosso Venezia il giorno precedente, che era il primo dell'anno. Tutti sono scampati alla morte.
Mie figlie, oggi l'ordine nostro festeggia la B. Stefana Quinzani che, per l'eroismo delle virtù, è una delle figure più splendide di santità che risplendono nel cielo gusmano. Ancora piccina di sette anni si consacra a Gesù col voto perenne di virginità e, a 15, anela e ottiene di appartenere alla grande famiglia domenicana ascrivendosi al terz'Ordine.
Essa è vergine... è domenicana e, come il Santo Patriarca Domenico, quanto ama prolungare le veglie, assoggettare il suo corpo agli aspri digiuni e flagellare la sua carne con strumenti sanguinosi!
Il demonio la tenta terribilmente ed essa si getta fra le spine e così dimostra quanto ami il candore verginale e calpesti i fuggenti e caduchi piaceri del senso.
Amante tenerissima del suo Gesù, era potentemente attratta al Calvario e al Tabernacolo. Voleva, mossa dall’amore, ripetere in sé tutti i dolori di Gesù, e l'ottenne in modo meraviglioso, poiché ebbe anche il dono delle stimmate e per 40 anni tutti i venerdì soffriva le scene della passione e il suo cuore penava e straziava come se una ruota tutto lo stritolasse dilaniandolo. Volava al Tabernacolo, quasi colomba al dolce nido, e alla comunione simile al cervo assetato! Che slanci, che tenerezze per Gesù vivente nell’Ostia santa!
L'amore non è ozioso: dove è agisce attirando e commuovendo le anime. Ed ecco la nostra Beata che si circonda di uno stuolo numeroso di anime elette che informa a virtù e, fabbricato un monastero, vi entra con esse, ne é superiora e tutte innamora e trasforma in Gesù.
Mie figlie, ieri sera, la scossa di terremoto ci avvisava che il primo giorno dell’anno poteva essere per noi anche l'ultimo e quindi ci parlava della fragilità e instabilità della nostra esistenza: abbiamo incominciato l'anno e chi ci assicura che lo termineremo?
Alcune bambine della beata Imelda, mentre il terremoto scuoteva fortemente la nostra città, erano in canonica e, passato il pericolo, alcune di esse spontaneamente dissero: "Che gioia, questa mattina mi ero confessata!". Sembravano dire: "Anche se la morte fosse venuta; noi eravamo pronte".
Mie figlie, confessiamoci sempre come se quella confessione fosse l'ultima della vita; facciamo ogni volta la santa Comunione come per viatico; stiamo vicine a Gesù nel Tabernacolo come a centro della nostra luce e del nostro amore; meditiamo la passione di Gesù per apprendere ad amare patendo. Anche noi, come la Beata Quinzani, viviamo per Gesù e felici noi se saremo trovati degni di portare la sua croce anche se le nostre membra dovessero versare sangue e il nostro cuore gemere nelle amarezze più ineffabili! Allora sì, che la vita nostra sarà preziosa e non paventeremo la morte!
La cara Beata e nostra sorella ci sorrida e protegga in questa nostra comunione e, tutti, diciamo a Gesù che ci renda, come la
Quinzani, bella immagine sua nell'amore, nel dolore, nelle virtù e apostolato.