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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P.
Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine

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68.     (s. a.)

 

Molte volte P. Lorgna ha scritto e predicato sulla festa grandiosa dell'Epifania, ma nella presente composizione si rivolge ad alcune figlie che hanno già emesso la professione dei voti di obbedienza, castità e povertà, i tradizionali doni delle anime consacrate al re delle genti. Si rivolge anche ad altre figlie che si stanno formando alla vita religiosa imeldina; e pure si rivolge "a noi religiosi" che abbiamo l'onore di avere Gesù nella nostra casa. Il tono di questa meditazione è della più alta spiritualità.

Testo in AL V 730 (4)

 

 

Mie figlie, che scena paradisiaca è la festa grandiosa dell'Epifania! Il Bambino celeste sulla mangiatoia adorato dalla Vergine madre e dal padre putativo... tre sapienti re magi venuti dall'Oriente e seguiti da splendido corteo, l'adorano essi pure e, aperti i loro tesori, offrono a lui oro, incenso e mirra. Quei doni quanto sono eloquenti!

L'oro significa la regia potestà di quel Bambino, l'incenso la divinità e la mirra la vittima della redenzione del mondo. Quei re magi pregano e adorano e poi, inondati di gaudio, prendendo un'altra via ritornano alla loro patria dove diventano apostoli e convertono a Gesù le anime.

Mie figlie, questa scena quanto ci intenerisce e commuove: come avremmo desiderato di essere in quel corteo, anche gli ultimi, e così vedere e adorare Gesù e offrire a lui i nostri doni!

Betlem è detta dai profeti la casa del pane e perché? È facile la ragione. doveva nascere Colui che sarebbe stato l'alimento del mondo redento: Gesù a Betlem appare sotto le sembianze di un Bambino e sui nostri altari sotto le specie di un po' di pane! Dovunque è un altare: ecco la culla dove nasce sacramentalmente Gesù; dove è un Tabernacolo: ecco la Betlem perenne che conserva e dona alle anime Gesù!


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I santi re magi offrirono oro, incenso e mirra; doni materiali, sebbene preziosi, ma noi che possiamo dare a Gesù Eucaristia? Nulla sono i doni dei re magi di fronte a quelli che diamo noi religiosi. L'obbedienza offre l'anima a Gesù: e tutto l'oro del mondo equivale forse ad un'anima, sia pure la più idiota o quella di un bambino totalmente incosciente? La verginità non emana una fragranza tutta celeste, la cui soavità sopravanza a dismisura gli incensi più profumati? E la povertà non risponde, con le sue privazioni, alla mirra simbolo di dolore e di sacrifizio? Oh! Se Gesù tanto gradì i doni dei re magi, quanto più accetterà i nostri! Venite dunque a questa mensa, ricevete Gesù nel vostro cuore e prostrate, in spirito, dinanzi a lui pregatelo... e donatevi interamente, con la rigorosa osservanza dell'obbedienza, della purezza e della povertà; virtù che già in alcune di voi rivestono tutti gli splendori di voti e fanno di quelle anime fortunate le vere spose di Gesù. Oh, quanto Gesù ama queste virtù e questi voti! Lui medesimo, nel Tabernacolo come a Betlem, ne é l'esempio più bello!

Chi più ubbidiente di Gesù? Nella Eucaristia ubbidisce a tutti: ai Sacerdoti, ai fedeli e perfino ai malvagi che si appressano al suo Tabernacolo d'amore, l'aprono e, prendendo la pisside, profanano sacrilegamente le ostie sante. Chi più vergine di Gesù? Nel cielo è il sorriso degli angeli perché appunto, sotto le specie eucaristiche, desta in noi ed alimenta il fiore della verginale purezza. E la sua povertà? I cieli non sono capaci di contenere la sua grandezza eppure, nella Eucaristia, si contenta di una briciola di pane per abitare in mezzo a noi e venire nei nostri cuori!

Mie figlie, uno sguardo ai santi re magi che adorano e offrono doni; uno sguardo alle anime innamorate che sono prostrate dinanzi ai Tabernacoli e a lui si immolano... Un pensiero anche a noi religiosi... alla nostra felicità, all'onore immenso di avere Gesù nella nostra casa e con l'osservanza perfetta dell'obbedienza, della purezza e della povertà dare continuamente a Gesù doni assai più preziosi e cari di quelli dei santi re magi e così trasformare la nostra vita in una perenne Epifania. Gesù nella santa Comunione ora si offre tutto a noi e noi non ci daremo tutti a lui?

 

 




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