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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P. Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine IntraText CT - Lettura del testo |
69. (s. a.)
Padre Giocondo unisce insieme due temi. Anzitutto mette a confronto l'albero del bene e del male, piantato da Dio nell'Eden, con l'albero eucaristico che è tutta vitalità soprannaturale. Poi, essendo il 17 gennaio, festa di S. Raimondo da Peñafort (1175-1275), accenna a lui e al primo gruppo di santi che hanno aiutato San Domenico nella fondazione e nella diffusione del suo Ordine.
Mie care figlie, Dio per aver creato tutte le meraviglie del cielo e della terra, formò anche un giardino vaghissimo e in mezzo di esso fece sorgere un albero che la scrittura chiama "il legno della vita". Perché tale denominazione?
L'uomo, se fosse rimasto fedele al precetto del Signore di non mangiare dei frutti dell'albero della scienza del bene e del male, sarebbe stato impassibile e immortale; mai le spine del dolore avrebbero straziato il suo cuore, mai lo spettro sì terribile della morte l'avrebbe atterrito. Però, sebbene impassibile e immortale, avrebbe usato dei cibi per la sua conservazione e tra essi, a quando a quando, anche dei frutti che pendevano dall'albero della vita.
I frutti di quest'albero avrebbero riparato le sue forze affievolite sì che, appena avesse mangiato di quei frutti, subito avrebbe ripreso il primitivo vigore e rigoglio giovanile. Questi frutti, in una parola, davano fortezza e impedivano la decrepitezza della vecchiaia e la corruzione.
Mie care, l'uomo fu infedele al divino comando... perdette la giustizia originale e così il dono della impassibilità e della immortalità; anzi, cacciato dall'Eden, un angelo dalla spada fiammante gli impedì di ritornare all'Eden e avvicinarsi a quell'albero prodigioso dove, anche dopo la colpa, avrebbe ritrovato una sorgente di vita meravigliosa. Ebbene, che era mai l'albero della vita dell'Eden dinanzi al dono divino dell'Eucaristia? Un'ombra e una figura.
La Chiesa è come un giardino vaghissimo che rende bella dei suoi fiori tutta la terra, ma, in mezzo ad esso, quanto non risplende
l'albero eucaristico! Non sono i frutti di quest'albero che alimentano tutte le virtù e impediscono la corruzione della colpa?
L'albero dell'Eden dona solo una vita materiale, l'albero eucaristico una vita tutta spirituale, anzi divina. L'albero dell'Eden era necessario per la conservazione della vita materiale, contro la vecchiezza e la corruzione; l'albero eucaristico non solo tiene sempre fresche e rigogliose le forze dello spirito, ma pone in noi il pegno sicuro della vita futura.
L'albero dell'Eden faceva gustare i suoi frutti all'uomo, se fosse rimasto innocente, durante il terreno pellegrinaggio; ma l'albero eucaristico dà nel cielo gli stessi suoi frutti agli angeli e ai santi: che cosa è il Paradiso se non Dio svelato... e che cosa è l'Eucaristia se non Dio nascosto? Quanto sono preziosi dunque i frutti di quest'albero divino che ci riempiono ora di grazia e, un giorno, di gloria!...
A quest'albero si accostarono tutti i santi... gli apostoli, i martiri, i vergini, i confessori. A quest'albero, in modo tutto speciale, si formano tutti i santi e tutte le sante domenicane; l'ordine nostro è eminentemente eucaristico. Anche il Santo di cui oggi facciamo la festa quanto amò l'Eucaristia! E qual meraviglia? Egli entrò nell'Ordine quando la vita del S. Patriarca ancora brillava in tutto il suo fulgore allo sguardo dei primi seguaci.
S. Raimondo fu coetaneo del cantore dell'Eucaristia, S. Tommaso di Aquino, anzi fu lui che ordinò all'Angelico la compilazione della Somma filosofica che è come la spada e lo scudo della fede che, nell'Eucaristia, ha il vero centro di tutta la sua luce. S. Raimondo fu tenerissimo della Vergine e l'amore di Maria sempre conduce a quello di Gesù... al Tabernacolo.
Mie care figlie, in un momento tanto solenne, accostatevi pure con la gioia più pura all'albero della vita... a Gesù in Sacramento! Cogliete con umiltà, con desiderio ardente e profonda carità i suoi frutti; le nostre forze, con questo frutto, sempre più vigoreggiano e l'ombra della corruzione, che è il peccato, non si avvicini mai a voi, non vi ricopra anche minimamente.
Il nostro amabile confratello S. Raimondo, vi sorrida dall'alto dei cieli, vi presenti egli a Gesù e ottenga a voi e all'Opera incipiente,
quello spirito di pietà forte e di amore generoso che egli possedete in sommo grado e trasfuse, quale Maestro Generale, in tutto l'Ordine Domenicano e anche in quello, da lui fondato, della Mercede.