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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P.
Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine

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86.     (s. d.)

 

Padre Lorgna spiega alle figlie la legge dei contrasti, applicata alla vita naturale e anche alla vita della grazia. Perno di questa legge è l'Incarnazione del Verbo, dove tutto avviene tra continue sorprese. Dalle ultime righe del realistico discorso, sembra che il Padre Fondatore voglia incoraggiare le figlie, forse timorose delle difficoltà che accompagnano l'opera. È solo un'ipotesi interpretativa.

Testo in AL V 738 (1)

 

 

Una delle leggi che maggiormente ci impressionano e destano in noi stupore e meraviglia, è quella dei contrasti. Chi non ammira al mattino il passaggio tra la notte oscura e il giorno che splende e fuga ogni tenebra? E alla sera la luce che si spegne e le tenebre che dovunque stendono come un drappo funebre?

Osservate l'avvicendarsi delle stagioni. Il freddo inverno che da' luogo ai tepori primaverili, poi il caldo eccessivo, poi la brezza autunnale e finalmente la neve e gli uragani e i venti impetuosi. Tutto il creato è retto dalla legge dei contrasti e, da essa, tutte le varietà e gli splendori dell'universo che tanto ci rapiscono e ci fanno intravedere la sapienza infinita e la onnipotenza divina.

Quello che accade in natura si svolge pure nell'ordine della grazia; in quest'ordine, più ancora che in quello, rifulge la legge


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dei contrasti. Il perno e centro e il fondamento dell'ordine soprannaturale è l’Incarnazione del Verbo e appunto in questa incarnazione e nella apparizione prima del Pargoletto celeste splende in modo meraviglioso il contrasto e l'antitesi più opposta.

Il Verbo discende sulla terra, si elegge per madre una donna povera, nascosta, ignorata da tutti. Eppure essa è la creatura più bella: è l'Immacolata... è la Vergine per eccellenza, perché essa avrà il frutto del suo amore e sempre conserverà il fiore verginale.

Il padre putativo di Gesù è un operaio, all'infimo grado della scala sociale; eppure è il giusto, secondo il vangelo, e il fiore che germoglia sulla sua verga nel tempio lo additò quale sposo degno di Maria.

Accanto alla Vergine, egli è attonito, spaventato dallo splendore delle di lei virtù e, credendosi indegno di stare al suo fianco, pensò per profonda umiltà di allontanarsene: ma un angelo gli dice: "Non temere di avere Maria come tua sposa: noli timere accipere Mariam coniugem tuam" (Mt 1, 20); e Giuseppe rimane presso di lei.

Gesù nasce a Betlem come avevano profetizzato i Profeti: i duri Betlemiti rifiutano a lui un ricovero ed egli è costretto a nascere in una stalla, fuori di Betlem e a vagire sopra una mangiatoia. E intanto? Ecco i pastorelli di Betlem, avvisati da un angelo, che sono i primi a riconoscere e adorare il sospirato Messia.

Gesù nasce mentre il mondo, tranne il piccolo popolo ebreo, è tutto pagano, schiavo di Satana, l'eterno nemico di Dio. Ebbene, tre pagani, illuminati da una stella, vanno a Gesù; l'adorano essi pure, gli offrono dei doni e ne diventano i primi apostoli. Quel Bambino sarà il re di un impero che non avrà limite alcuno né di tempo, né di spazio; e dove l'esordisce? Nella sua grotta di Betlem: i pastorelli rappresentano i poveri, gli ignoranti, il popolo ebreo e i re magi i sapienti, i ricchi, il popolo gentile.

Chi non vede la legge dei contrasti nell'opera della Redenzione? È questa legge che domina i santi e le opere divine. Chi più si umilia, si annichila, si ritiene un nulla e desidera come tale il disprezzo e la noncuranza e l'abbandono, egli sarà esaltato da Dio con la sua grazia; le anime saranno attratte dal folgorio delle sue virtù e, un giorno, la Chiesa stessa innalzerà quell'anima agli onori degli altari.


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S. Domenico come esordisce il suo Ordine, che tanti dotti ha dato al mondo, martiri e apostoli della verità e santi al cielo? Per 10 anni piange e prega e predica tra gli eretici e nulla ottiene. Si associa alcuni compagni e pensa ad un ordine di apostoli ed essi, insieme a lui sono disprezzati dagli eretici, cercati a morte. Va a Roma e il Pontefice, udito S. Domenico, risponde al suo ideale con un no solenne: egli dovrà ritornare tra i suoi figli, disperderli e dir loro che il sogno dorato si è infranto. Ma ecco una visione che rivela al Pontefice la missione divina di S. Domenico... l'Ordine suo è approvato proprio allora che sembrava tutto fosse svanito.

Mie care figlie, vorremmo noi aspirare alla vera santità senza questa legge dei contrasti? Diventare grandi nella perfezione e non stimarci nulla, anzi desiderare che gli altri ci riconoscono come tali e ci disprezzino?

Oh, se vogliamo che l'opera nostra sia cara a Gesù e risplenda di luce smagliante non dobbiamo rifiutare le prove del dolore e del nascondimento: tutta la natura, la grotta di Betlem, la Chiesa, i santi e le opere sante ci dicono che solo chi si umilia sarà esaltato: la gloria della vita e del trionfo segue sempre quella della morte e della umiliazione.




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