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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P.
Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine

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2.    (6 gennaio 1916)

 

Nell'Epifania del 1916 Padre Giocondo stabilisce i mistici rapporti tra mistero natalizio e l'opera eucaristica che sta per sorgere. Betlemme è la casa del pane; l'opera sarà la casa del pane eucaristico. Al posto della grotta c'è la cappellina, dove Gesù è avvolto in candidissimi lini.

A Betlemme troviamo gli adoratori: la Madonna e S. Giuseppe, dei quali saranno imitatori le Imeldine; a Betlemme scendono dal cielo gli angeli cantori e adoratori, e così le angeliche e pure figlie eucaristiche; a Betlemme accorrono i pastorelli, e le


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imeldine saranno le pastorelle che condurranno a Gesù greggi innocenti. Infine a Betlemme vennero i re magi, imitati dalle Suore imeldine nel fare i migliori doni di se stesse.

 

Testo in AL V 755 (2)

 

 

 

Mie care figlie, è la seconda volta che ci aduniamo e mi rincresce che manchi la Maria e una delle nostre consorelle gravemente inferma all'ospedale. Ma il Signore che affanna è anche Colui che consola, ed ecco in mezzo a noi una nuova consorella piena di buona volontà che risponderà, speriamo, al fine dell'Opera nostra.

Ma che vi dirò io in questa adunanza? Il fatto grandioso che rammentiamo in questi giorni ci offre materia abbondante: vi dirò che l'Opera eucaristica sarà davvero una ripetizione perenne di tutto ciò che ammiriamo e con l'esultanza del cuore celebriamo nella fausta ricorrenza del Santo Natale.

Anzitutto il nostro pensiero in questi giorni vola a Betlemme; è veramente fortunata quella città che fu tanto privilegiata e amata da Dio. Betlemme nel suo idioma ebraico significa: "Casa del pane", ebbene, o figlie mie, ogni casa dell'Opera nostra, non sarà davvero una casa del pane? E di qual pane? Quello della S. Eucaristia.

Betlemme in Palestina è la casa del pane materiale, la nostra Betlemme la casa del pane spirituale: quella dona il pane che rinvigorisce le nostre forze terrene, questa darà il pane che ravviva le forze divine. Betlemme, in una parola, offrirà l'alimento e la vita del corpo, il nostro mistico Betlemme elargirà l'alimento che spetta alla vita dell'anima.

Presso quella città vi era una grotta, la quale servendo ad abitazione di armenti possedeva naturalmente un presepio, e fu appunto dove nacque Gesù, fu dove la tenera Madre accolse per la prima volta il suo Bambino celeste, lo avvolse in panni e lo depose soavemente. Ebbene, mie care figlie, unita a tutte le nostre case vi sarà sempre la grotta misteriosa della Cappellina, sempre si ammirerà nel presepio del vostro Tabernacolo in cui, tutto avvolto nelle bianche specie eucaristiche noi possederemo Gesù.


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Oh, preghiamo, mie figlie, che a Dio piacendo possiamo presto avere la nostra Betlemme, presto Gesù ci offra una casa, una chiesetta, e egli venga a nascervi e porvi le sue delizie! Tutto il mondo pensa ora a Betlemme che è laggiù nella Palestina ed è, sebbene non sia più che un misero grappolo di case, meta di continui pellegrinaggi. La sua grotta poi, quanti pensieri ed affetti desta nel cuore dei felici visitatori! Anche noi in questi giorni pensiamo alla nostra Betlemme fortunata, alla nostra grotta misteriosa e già amiamola anche prima di averla.

L'Opera eucaristica dunque sarà eminentemente betlemitica, sia che consideriamo la casa, sia la cappellina e molto più ciò che in quella cappella possederemo. E specialmente gli adoratori che ammiriamo a Betlemme saranno in qualche maniera gli adoratori della nostra Betlemme e del nostro presepio divino. Anzitutto è la Madonna che, prostrata dinanzi a Gesù, a lui consacra tutta se stessa: la mente, il cuore, la volontà, tutta la vita sua e anche la morte.

Ebbene, voi o mie figlie, se non sarete le madri di Gesù, ne sarete le spose predilette e quindi solo vivrete per lui, a lui sarà consacrata tutta la vostra vita, sicché potrete ripetere con S. Paolo: "Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno" (Fil 1, 21). Sì, sì, la morte sarà un guadagno perché andrete a vedere svelatamente in cielo e ad adorare perfettamente Colui che avrete veduto e adorato imperfettamente sotto i veli eucaristici sulla terra.

A Betlemme vediamo pure Giuseppe, il custode di Gesù. Quanto dovevano essere care al divin Pargoletto le adorazioni di quell'uomo giusto, di quell'uomo che egli elesse custode della sua vita, appunto perché era giusto! E voi, o mie figlie, non sarete le custodi di Gesù Sacramentato? Non coltiverete in modo tutto eccezionale lo spirito della perfezione? Come mai un'anima eucaristica si appagherà di una vita semplicemente buona, ma non avrà nessun stimolo, né desiderio per l'apice della perfezione? Come aspirare ad essere le custodi di Gesù e poi non attendere alla giustizia in tutto lo splendore? Mentre Maria e Giuseppe adoravano, gli angeli cantavano su quella grotta inni di pace e di amore. "Gloria a Dio e pace agli uomini di buona volontà" (Lc 2, 14).

Anche voi sarete gli angeli che canteranno intorno al Tabernacolo  inni  di  pace  e  d'amore!  Voi  darete  gloria  a  Gesù  e


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Gesù darà a voi la pace e nella pace maggiormente avvamperà l'amore. Sì, voi sarete gli angeli adoratori della vostra Betlemme e non solo per i vostri fervidi canti all'Infante divino del mistico presepio, ma più ancora per una vita tutta candida e immacolata! Tutte le virtù saranno coltivate dalle anime eucaristiche, ma con quale predilezione non sarà praticata quella che è detta angelica, cioè la verginale purezza?

E difatti come potrebbe essere angelo adoratore dell'Eucaristia chi non ha una mente e un cuore puro? Non è Gesù il pane dei forti e il vino che germina i vergini? E voi come potreste rimanere presso Gesù, cibarvi delle sue carni immacolate, bere del suo sangue, se l'anima vostra fosse macchiata di fango? S. Domenico raccomandò quale testamento il culto della purezza a tutti i figli suoi, ma lasciate che ve lo dica apertamente, voi in modo tutto speciale, lo dovete custodire e osservare, voi che del giardino gusmano dovete essere i gigli più vaghi e profumati.

Dinanzi a Gesù si prostrarono anche i pastorelli innocenti, Egli che nasce in luogo destinato agli armenti, chiama a sé, ancora prima dei re magi, piccoli pastori. Non appena sono avvisati dall’angelo, ecco che si chiamano a vicenda e dicono lasciando l'ovile: "Andiamo a Betlemme" (Lc 2, 15).

Mie care figlie, esultate! Anche voi sarete le pastorelle... Anche voi avrete il vostro gregge di agnelli e di agnelline, anche voi partirete dagli asili per andare alla vostra Betlemme, dopo le dure ore di vigilanza su quelle animucce a voi affidate.

I pastorelli andarono esultanti a Betlemme e quale non sarà la vostra gioia quando dall'asilo vi recherete da Gesù e prostrate come pastorelle innocenti, sfogherete con lui il vostro cuore, a lui direte tutto quello che vi suggerirà la vostra fede piena d'amore.

A Gesù andarono anche i re magi guidati da una stella prodigiosa che, usciti da Gerusalemme, riempì il loro cuore di gioia. La lampada eucaristica, ecco la vostra stella, quella sua luce mite e tremula, sempre vi riempia di gaudio e sempre vi chiami e vi guidi a Gesù.

I re magi offrirono a Gesù oro, incenso e la mirra della mortificazione. Amare Gesù, pregarlo, soffrire tutto per lui, che vita celeste! Tolto il dolore, è la vita degli angeli e dei santi del cielo, è


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quella degli angeli che, invisibilmente, sono destinati all'adorazione del Tabernacolo.

I santi re magi ritornarono, finita l'adorazione, ai loro paesi per altra via. Così sarà di voi. Dopo essere state da Gesù, come ne partirete tutte trasformate, tutte piene di forza, di zelo e di buona volontà!

I santi re magi ritornati ai loro paesi, si dettero a predicare Gesù e lo fecero conoscere ed amare, sicché quando in quelle regioni lontane vi andarono gli apostoli, furono sorpresi della fede che già vi regnava e dell'amore a Gesù Cristo. Ebbene, anche noi sacerdoti, saremo meravigliati della bontà dei fanciulli e fanciulle che frequenteranno i vostri asili... essi saranno da voi preparati alla conoscenza e all'amore a Gesù; la prima trasformazione sarà tutto merito vostro e noi dovremo, come gli apostoli, ringraziare il Signore di aver trovato tante anime anche in mezzo a un mondo divenuto pagano, sì bene disposte a ricevere e seguire Gesù.

Mie care, ognuna di voi comprenda la grandiosità e divinità dell’Opera per comprendere che la vostra casa sarà la vostra Betlemme: la vostra chiesetta sarà la grotta fortunata, e voi stesse rappresenterete tutti gli adoratori di Gesù Bambino, la Madonna, S. Giuseppe, gli angeli, i pastorelli e i santi re magi.

Amate dunque quest'Opera, pregate per essa e unite alla preghiera una vita tutta eucaristica. Amate Gesù Sacramentato in tutte le maniere a voi possibili, accendete questo amore in tutte le anime specialmente dei teneri fanciulli.

Amate Gesù in Sacramento e, mosse dall'amore giammai stancatevi di contemplare le sue perfezioni per ricopiarle prima in voi stesse e poi nelle anime dei vostri bambini. Amen, così sia.

 

 




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