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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P.
Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine

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18.    (9 dicembre 1920)

 

Semplicissime sono le opere di Dio. Crea il mondo con un "fiat". L'Incarnazione si attua con un altro "fiat". Poche parole pronunciate da Cristo sul pane, questo diventa il suo "Corpo".

Dopo questi cenni dogmatici, il Padre si sofferma sugli effetti dell'Eucaristia che, ricevuta con spirito puro, unisce tutti i partecipanti in un'unica famiglia.

Testo in AL V 720 (10)

 

 

Mie care figlie, tutte le opere del Signore sono adorne della massima semplicità: sono le opere umane piccole in se stesse, che hanno bisogno di essere esaltate con l'ampollosità delle descrizioni smaglianti.

Vedete Dio che crea il mondo: tale descrizione é contenuta in poche righe dalla Sacra Scrittura. Egli dice, p.e. "Sia fatta la luce e la luce fu fatta, fiat lux et lux facta est" (Gen 1, 3).

Dopo la creazione, noi ammiriamo la Incarnazione del Verbo che supera assai in splendore la creazione stessa perché nella creazione abbiamo l'apparizione dinanzi a noi di semplici creature, mentre nella Incarnazione è Iddio che si presenta a noi. Ebbene un brevissimo cenno scritturale ci additagrande mistero.

E' un angelo che saluta Maria, Maria che risponde all'angelo e in quell'istante medesimo il Verbo discende e si fa uomo: "Et Verbum caro factum est" (Gv 1, 14).

E chi ignora la narrazione della nascita di Gesù? Ella, cioè Maria, partorì il suo figlio primogenito, lo coprì di panni e lo pose in una mangiatoia, non essendovi altro luogo nell'albergo. E l’altro avvenimento così solenne che è come la corona della Incarnazione e fa nascere di continuo il Verbo sui nostri altari, cioè l'istituzione eucaristica, come é narrata nel vangelo?

"Gesù prese del pane, lo benedì, lo spezzo, lo diede ai suoi discepoli e disse: Prendete e mangiate, questo é il mio corpo" (Mt 26, 26). Che semplicità e insieme che profondità di annientamenti! Gesù prese del pane: quel pane doveva essere azzimo perché anche


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la liturgia della chiesa romana lo usa così nella celebrazione della santa messa.

Il pane azzimo è quello senza lievito. Il lievito, secondo il linguaggio biblico, è simbolo della ipocrisia e perciò Gesù disse alla folla: "Guardatevi dal lievito dei Farisei e dei Sadducei" (Mt 16, 6), i quali, come disse altre volte Gesù, erano ipocriti. L'ipocrisia che vizio turpe... la sincerità che bellissima virtù! Secondo il Bossuet, è la più amabile delle virtù e noi ci allontaniamo istintivamente dalle anime doppie, false... ipocrite, e prediligiamo quelle che più sono sincere e schiette. La sincerità dunque vi sia cara, o mie figlie, se davvero volete essere eucaristiche. Ve lo dice il pane azzimo usato da Gesù nell'ultima cena.

Gesù benedì il pane e lo spezzò. Gesù poteva benedire tutti i pani che erano sulla mensa e tutti fare materia della santa eucaristia. Invece volle benedire un solo pane e di quel solo pane, spezzato, porgerlo poi agli apostoli.

Vi é, o mie care figlie, una espressione più eloquente della unione dei cuori e delle menti che deve regnare fra i membri di una famiglia, dei chicchi di grano che, stritolati e ridotti in farina, vengono poi impastati e, al calore del fuoco, formati in pane?… Si possono distinguere nel pane i chicchi che lo produssero? Così dovrebbero essere tutti i cristiani! Per la divina carità talmente uniti e trasformati moralmente come i grani di frumento, nel pane, si uniscono e trasformano.

E voi che vi gloriate di essere una famiglia eucaristica, non coltiverete nei vostri cuori la divina carità? Non vi amerete talmente in Gesù e per Gesù, da essere proprio come un solo pensiero, un solo affetto e un'anima sola?

Gesù porge quel pane, spezzato, agli apostoli e dice: "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo". Avete udito? Non è un consiglio o un desiderio che esprime; ma un precetto: "Prendete e mangiate". Quasi volesse dire: "Voi prendete ogni il pane materiale per sostentare il vostro corpo; ricordatelo, il sostentamento dell'anima vostra è il mio corpo, prendetelo dunque e cibatevi di esso".

 

 




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