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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P. Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine IntraText CT - Lettura del testo |
In quaresima la Chiesa invita i fedeli a meditare i misteri o gli strumenti della passione. Padre Giocondo parla della Sindone, lenzuolo candidissimo che accoglie il Corpo di Cristo. Esso è simbolo della tovaglia di lino che la Chiesa vuole distesa sopra l'altare dove è posto Gesù Sacramentato. Le anime che ricevono Gesù devono essere altrettanto candide e Lui vi lascia l'impronta del suo Corpo Santo.
La Chiesa, o mie figlie, durante la quaresima in modo tutto speciale occupa i fedeli nella meditazione dei misteri della passione di Gesù.
Ogni venerdì nella santa Liturgia ricorda una fase della passione oppure un qualche strumento o qualche oggetto che servirono in quel dramma dolorosissimo. Di qui l'ufficiatura solenne dell'Orazione di Gesù Cristo nell'orto; dei chiodi e della lancia che trafissero Gesù e delle piaghe che si formarono nella sua umanità sacrosanta; questo venerdì, la Chiesa, rivolge il nostro sguardo alla Sindone nella quale la salma del Redentore fu avvolta, deposta dalla croce e dopo in un sepolcro. Che mesta cerimonia non fu quella!
Ecco Gesù che ricoperto in un funebre lenzuolo, da Maria, dalle pie donne e da pochi fedeli, calate le ombre della notte, è accompagnato al sepolcro... tutti gli sguardi, umidi di pianto, si rivolgono a quella salma... tutti invidiano la sorte di quei fedeli che, stringendo ai quattro capi la Sindone, sostenevano... portavano Gesù.
Mie care, chi lo ignora? L’Eucaristia è il monumento perenne che Gesù medesimo ha innalzato lungo il corso dei secoli e per tutta la terra alla Sua passione. Ed ecco che la Chiesa ordina che gli altari su cui sarà posta l'Eucaristia, quasi sulla pietra di un sepolcro, siano ricoperti di un lino candido come la neve, perché quel lino rammenti la Sindone che là, sul Calvario, accolse Gesù.
Anzi, la Chiesa, a tutte le anime che ricevono, nella comunione, l'ostia santa, ricorda che esse sono un tempio e i loro cuori un altare dove discende Gesù, che esse pertanto siano candide... candide come la Sindone del Calvario.
"Colui, così il Venerabile Beda, nell'ufficiatura di oggi, che accoglie Gesù in una mente pura, lo avvolge nella Sindone: "Ille in Sindone munda involvat Iesum, qui pura eum mente susceperit".
Mie figlie, sempre l'abbiamo così avvolto Gesù? La nostra comunione presentava a Gesù una mente pura, cioè, un'anima ben purificata, e nella confessione e nelle lacrime del pentimento, dalle sue colpe? Oh, quante volte l'anima nostra, nella comunione, più che la Sindone candida del Calvario, ha rappresentato certe tovaglie di poverissime chiese abbandonate là sulla vetta dei monti, tutte ricoperte di polvere e di macchie ributtanti! Chi mai potrà piangere abbastanza per tante comunioni fatte con sì poca mondezza di cuore?
Nella Sindone monda che l'avvolse, Gesù lasciò le impronte sue divine: quella Sindone si conserva a Torino e che gioia per i fedeli nel contemplare in essa tuttora visibili i lineamenti di Gesù e le tracce delle sue piaghe e del suo sangue!
Così è dell'anima pura... Gesù si unisce a lei e lei a lui e in quella stretta soave egli diventa il suo maestro, la penetra del profumo delle sue virtù e tutta la imporpora del suo sangue.
Come diceva bene il curato d'Ars: "L'anima pura non può schermirsi ai raggi del divino amore; e il Sole Eucaristico dardeggia
appunto i suoi raggi nell'anima che degnamente si comunica; quell'anima, come una nuvoletta indorata dal sole, diventa tutta luminosa e risplendente dei celesti fulgori".
Deh, che Gesù, trovi sempre in noi, nella comunione, un'anima candida... e in essa, come nella Sindone, lasci sempre le tracce del suo contatto e passaggio divino!