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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P.
Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine

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29.     (7 marzo 1921)

 

Nella festa di S. Tommaso d'Aquino (1225-1274) del 1921, Padre Giocondo tesse un brillante elogio del cantore dell'Eucaristia, applicando a lui le quattro virtù che S. Domenico morente aveva lasciato per testamento ai suoi figli: carità, umiltà, povertà e castità. Perfezioni soprannaturali che rifulgono dal santo Tabernacolo.

Testo in AL V 722 (8)

 

 

Mie figlie, a S. Nicolò delle Vigne settecento anni or sono moriva il nostro S. Patriarca Domenico e lasciava, prima di volare al cielo, ai suoi figli piangenti, il tesoro del suo testamento così compilato: "Charitate habete, humilitatem servate, voluntariam paupertatem possidete, si castitatem custodieritis, maxime in populis promovebimini. Abbiate la carità, custodite l'umiltà, possedete la povertà volontaria e se sarete vergini trionferete in mezzo al mondo".

Il Santo di cui oggi facciamo la festa è il più grande figlio di S. Domenico: oh, quanto egli ha studiato e praticato il testamento di S. Domenico! Ancora tenero bambino già il suo cuore era pieno


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del divino amore: "charitatem habete". Ai monaci di Montecassino domandava di continuo: "Chi è Dio?". Lo voleva sempre più conoscere per amarlo maggiormente. Fatto adulto egli diventerà un sole di sapienza; ebbene tutta la sua opera più gloriosa, la Somma Teologica, si aggira su questi tre punti luminosi: Dio creatore, Dio redentore e Dio glorificatore.

Amante del suo Dio, egli scrive e parla di Lui; amante degli uomini, egli piange al pensiero di lasciare i suoi confratelli religiosi quando il Papato lo voleva arcivescovo di Napoli: il Papa stesso è commosso e desiste dalla designazione concepita. Amante degli uomini diffonde dovunque e dalle cattedre, e con gli scritti e dai pulpiti, la luce della verità che è la carità più grande che noi possiamo fare alle anime.

Che umiltà in S. Tommaso! "Humilitatem servate". Egli riceve, con la massima tranquillità, gli insulti che gli vengono lanciati contro mentre predica a Parigi dinanzi a immenso uditorio: a Bologna non arrossisce di farsi compagno a un umile converso nel visitare la città, e quando i religiosi lo vogliono innalzare a gradi e uffici onorati, egli prega e li vince con il pianto. Tommaso ha un così basso concetto di che neppure sente il fremito dell'orgoglio.

Che spogliamento e totale rinunzia del mondo! "Paupertatem voluntariam possidete". Egli discende da casa regnante... a lui spettano e terreni e palazzi sontuosi: eppure vedetelo, nel fiore degli anni si fa povero religioso e tanto ama questa vita di povertà che, imprigionato dai parenti nel viaggio da Napoli a Parigi, sostiene per due anni i rigori delle carceri e, non avendo altro scampo, si fa calare da una finestra per ritornare dal castello paterno alla povertà del chiostro.

S. Tommaso non è solo un angelo per acutezza d'ingegno, ma anche per illibatezza di costumi. Cinto dagli angeli, dopo una lotta terribile superata da eroe, egli più non sente neppure lo stimolo della carne; "quo ex tempore passim postea libidinis sensu caruit". Chi più puro di S. Tommaso e ancora più glorioso?" Si castitatem custodieritis".

S. Domenico, morendo, raccomanda la carità, l'umiltà, la povertà e la verginità: e S. Tommaso, da buon figlio, studia e pratica


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queste virtù e, forse per questo, egli è eletto da Gesù ad essere il suo cantore eucaristico. S. Tommaso come rifulge di queste virtù! Egli è davvero un sole di santità.

Non sono l'amore, l'umiltà, la povertà, la purezza, le perfezioni che splendono a colori smaglianti nel santo Tabernacolo? Tommaso è adorno di queste perfezioni e lui, proprio lui, canterà le glorie dell'Eucaristia.

Come Domenicane dunque e come anime eucaristiche, siate devote dell'angelico Dottore: pregatelo sempre... ma specialmente in questa fausta ricorrenza della sua festa affinché le splendide virtù che S. Domenico raccomanda morendo e Gesù inneggia dal suo Tabernacolo, rifulgano sempre nella nostra vita: "Charitatem habete, humilitatem servate, voluntariam paupertatem possidete: si castitatem custodieritis maxime in populis promovebimini".

 

 




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