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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P. Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine IntraText CT - Lettura del testo |
Commentando la salutazione angelica per la festa dell'Annunciazione, Padre Giocondo sa ricavare quegli ammaestramenti che sono ormai indispensabili per le figlie che maturano la loro specifica vocazione e per l'opera che nascendo in mezzo a difficoltà sta prendendo decisamente piede. Nel limpidissimo discorso del Padre si coglie l'anelito di vedere sante le figlie e rigoglioso l'apostolato.
Il 25 di Marzo non si poté festeggiare l'Annunziata perché eravamo nella settimana dolorosa; tale festa fu trasferita a lunedì di questa settimana e, la solennità dell'Annunziata è così grande, che la Chiesa per otto giorni la ricorda nella santa liturgia. Permettete dunque, o mie figlie, che ricordi a voi questa festa e da essa le vostre anime traggano gli ammaestramenti più dolci e sublimi.
Ecco l'angelo che appare alla Vergine, si inchina e le dice: "Ave gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus. Io ti saluto, tu sei piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta fra tutte le donne" (Lc 1, 28). Che fatto grandioso è questo! Quante volte gli angeli vennero in questo mondo e si mostrarono ai profeti e ai patriarchi, ma alla loro presenza e i profeti e i patriarchi si gettarono a terra adorando tremanti.
L'angelo appare a Maria ed è lui stesso che si inchina a Lei e la saluta... "Ave"! E perché? Oh, Maria è superiore all'angelo riguardo alla bellezza... la grazia in lei risplende in una pienezza mai più veduta in nessuna creatura né terrena né celeste: "Ave gratia plena". E la ragione di tanta pienezza di grazia? Udite: Maria doveva essere la madre del Salvatore:" Dominus tecum".
Tutte le fanciulle ebree aborrivano la verginità e anelavano alle nozze nella speranza di diventare la madre del Messia sospirato, solo Maria aborrisce le nozze e a Dio si consacra con voto di verginale purezza e proprio lei è scelta alla dignità sublime di madre di Dio.
E come adempie a tutti i doveri di questa dignità! Gesù è con Lei come figlio, "Dominus tecum", ma lei è con lui sempre e in tutto quale madre tenerissima. È con lui nell'esilio, nell'officina, nell’apostolato,
sul Calvario e anche in cielo: Gesù in cielo, siede alla destra del Padre, e Maria alla destra del figlio suo e per questo l'angelo le dice: "Benedetta fra tutte le donne: Benedicta tu in mulieribus".
Mie figlie, oh, come vorrei che apprendeste tutta la bellezza di questo saluto; in questa luce tutta celeste vedeste anche la vita vostra. A quale vocazione non siete voi state chiamate appartenendo all'opera eucaristica! Voi siete gli angeli adoratori di Gesù e portatori di Gesù alle anime specialmente degli innocenti fanciulli.
Di quale grazia non dovrebbe rifulgere l'anima vostra per tale vocazione! Lo so, voi tremate e avete paura al pensiero della vostra debolezza e indegnità: ma non temete perché è Gesù che vi ha chiamate a quest'opera, ed è Gesù che desidera di stare sempre unito a voi anzi venire in voi nel Sacramento del suo amore; e voi vorrete sempre essere tutte di Gesù? Di Gesù nella gioia, di Gesù nel dolore; di Gesù e tutte di Gesù specialmente in quest'ora che attraversiamo sì piena di speranze e anche di prove non comuni?
Vorrete voi avere la gloria e il merito di essere le prime figlie dell'opera eucaristica e, nello slancio del vostro amore per Gesù, non essere poi generose nel sostenere tutte quelle pene e vicende misteriose che accompagnano le opere del Signore?
Siate forti, o mie figlie, siate coscienti dell'altezza della vostra vocazione e rispondendo ad essa con tutto lo slancio dell'anima, l'angelo possa dire anche di ciascuna di voi, sebbene in proporzioni infinitamente inferiori: "Io ti saluto, tu sei piena di grazia: "il Signore è con te, benedetta tu fra le donne: "Ave gratia plena, Dominus tecum, benedicta in mulieribus".
E la grazia di rispondere a tanta vocazione chiedete, o mie figlie, a Gesù che è sempre in mezzo a voi e ogni mattina viene in voi... "Dominus tecum", chiedetela alla Vergine Madre di Gesù che è pure la madre nostra e la specialissima patrona dell'opera: ditele, con tutta la confidenza di cui è capace il vostro cuore: "O Maria fa' che io sempre risplenda di grazia e senta tutta la grandezza e la gioia di essere tutta e sempre di Gesù. Sì, lo sento, questa è la mia vocazione... e a questo mi inviti tu stessa sì fulgente di grazia e tutta unita e trasformata in Gesù: "Ave gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus".