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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P. Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine IntraText CT - Lettura del testo |
42. (14 gennaio 1924 )
Gli anniversari dell’inizio dell'opera eucaristica, che cadono il 14 gennaio, sono occasioni offerte al Padre Giocondo perché riveli qualche cosa di nuovo sulle difficoltà e croci che hanno accompagnato l'opera fin dal suo nascere. Ma gli offrono pure l'occasione di una grande parola di ringraziamento al Signore che ha ispirato, voluto e realizzato l'opera. Infine un grazie alle figlie che si sono dimostrate all'altezza della loro vocazione eucaristica e apostolica.
Testo in AL V 755 (11)
Ecco che oggi siamo già al 7° anniversario della vita dell'Opera e possiamo dire che se l'Opera esiste è proprio tutto per grazia e volontà di Dio, poiché per i mezzi umani era destinata a perire al suo primo sorgere.
Tante cose vi sono state dette circa le grandi prove sostenute nel suo primo tempo di vita, ma ve ne sono ben di più grandi, ignote, che solo in cielo vi verranno svelate. E se oggi guardiamo all'Opera con una certa sicurezza è solo perché nata con la croce di Cristo, abbandonata in Dio, sostenne ogni più dura prova sfidando ogni pericolo, ferma nella sua piccola casa, esposta da un momento all'altro ad essere incendiata dalle bombe del nemico, non temendo alcuna insidia; e certamente un'Opera così bella, che doveva uscire dal centro dell'amore che è l'Eucaristia, non poteva essere meno provata del Cristo e non battere con lui le vie del dolore sino al versamento del sangue.
Dunque vedete quanto Gesù ama la nostra Opera e come ha voluto fare tutto Lui per insegnarci quanto noi dobbiamo riporre in Lui solo tutto il nostro cuore, tenendolo staccato da qualsiasi premura e preoccupazione materiale, solo intente a farvi regnare il suo Cuore. Gesù è stato tanto buono con noi e ora vuole che gli corrispondiamo con tutta la generosità del nostro cuore amandolo con tutta la forza di cui siamo capaci di amarlo.
Per potergli dimostrare una vera e reale corrispondenza impariamo a guardare il S. Tabernacolo, spingendo addentro il nostro sguardo e da quell'Ostia bianca, dove rifulge tutto lo splendore delle virtù di Gesù Eucaristia, studiamoci di riprodurre in noi, con la manifestazione delle nostre opere, la sua vita d'amore per la salvezza delle anime; il suo nascondimento, la sua immolazione e così, innamorate del suo amore, ripiene del suo Spirito potremo dire allora di aver raggiunto l'ideale della nostra vocazione.
Gesù ha sempre dimostrato un amore e una predilezione speciale per la nostra Opera, perché lo spirito dell'apostolato e la cura dei bambini, sempre fu tanto cara al suo Cuore, e la Chiesa, ascoltando le parole e i desideri di Gesù Cristo, raccolse questi bambini aprendo asili per educarli fin dalla più tenera età ad amare e conoscere il loro Creatore, per poi prepararli al banchetto del Pane celeste che dovrà servire loro nel cammino della vita di conforto e sostegno nella lotta per il bene.
Voi vedete come la casa di Este ha incominciato a svilupparsi e quanto bene porta alle anime, ma notiamo bene che ogni nostra
opera per quanto grande che sia, ogni nostra parola per quanto eloquente possa essere, a nulla varrà se non abbiamo Gesù Eucaristia in noi; ma se sapremo far vivere nel nostro cuore Lui solo, le nostre parole, le nostre opere avranno un valore immenso producendo frutti copiosissimi. Così noi dobbiamo essere anime tutte eucaristiche per condurre a Dio molte anime.