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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P.
Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine

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43.     (27 novembre 1924 )

 

Lo Spirito Santo è il Santificatore delle nostre anime, infondendo in esse l'amore secondo il detto di S. Paolo: "La carità di Dio è diffusa in noi per opera dello Spirito Santo" (Rm 5, 5). Dall'amore poi nasce il gaudio e perché il gaudio sia perfetto occorre che vi regni la pace. Nella finale il Padre Giocondo chiede alle figlie, che stanno per fare la comunione, di implorare dallo Spirito Santo questi tre doni della santità per essere vere imeldine.

Testo in AL V 726 (1)

 

Mie buone figlie, lo Spirito Santo è il santificatore delle anime nostre poiché sebbene tutte e tre le persone divine contribuiscano alla perfezione nostra, pure la santificazione si dice opera dello Spirito Santo come la Redenzione è del Figlio, e la creazione del Padre.

Lo Spirito Santo per operare in noi la santità naturalmente orienta l'anima nostra nel bene e come? Infondendo l'amore, il gaudio e la pace. L'amore è il primo movimento dell'anima verso il bene e tutte le altre emozioni hanno nell'amore come la loro radice e il loro principio regolatore. Anzitutto dunque l'anima è orientata con l'amore verso il bene ed ecco perché S. Paolo scrive ai Romani: "La carità di Dio è diffusa in noi per lo Spirito Santo il quale è dato a noi. Charitas Dei diffusa est in cordibus nostris, per Spiritum Sanctum qui datus est nobis" (Rm 5, 5).

Ma posto l'amore nel cuore, di necessità ci allieta il gaudio: il gaudio è quasi il profumo dell'amore. In verità possiamo noi amare senza vederci come vicino, e a noi intimamente unito, l'oggetto verso il quale si apre il nostro cuore e l'accoglie e l'abbraccia come un amico da lungo tempo desiderato?


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E se questo opera in noi l'amore terreno che non sarà dell'amore celeste: la carità? Parla eloquentemente su questo punto S. Giovanni allorquando afferma che per la carità noi siamo in Dio e Dio in noi: "Qui manet in caritate, in Deo manet, et Deus in eo" (1Gv 4, 16). È impossibile che il cuore unito all'oggetto amato non esulti... che l'anima unita al Suo Dio per la carità non senta in sé gioie ineffabili... di paradiso!

Ma se il gaudio nasce dall'amore è anche vero che perfezione del gaudio è la pace: anzi la pace non è che il gaudio che inonda il cuore in tutta la sua dolce santità. Infatti perché il cuore goda dell'oggetto amato deve essere sicuro dalle insidie e dagli assalti degli avversari che mai tentassero turbare l’idillio verginale dell'amore: la gioia. E poi si può forse godere pienamente di un bene senza che tutto ciò che è estraneo a lui dinanzi al nostro sguardo non perda come il suo incanto e la sua vigoria diventando, per noi, quasi un nulla?

Ma perché il gaudio sia compiuto non basta essere tranquilli dai nemici esteriori, è necessario che il cuore stesso sia appagato del bene posseduto, altrimenti se questo bene non risponde a tutte le esigenze dell'amore, il cuore ondeggia e mentre vorrebbe riposare nel suo gaudio è punto da altri desideri... da altri beni che gli dicono: "Vieni a me e sarai felice": siamo allora nella condizione di colui che solca il mare tranquillo e si sente felice e spera nel porto ormai vicino, ma le sirene incantatrici lo scuotono, lo agitano e lo turbano nel suo viaggio.

Perché il gaudio dunque sia perfetto non ci devono essere né turbatori esteriori, né interiori: il cuore va appagato dell'oggetto che ama né deve temere avversario alcuno che glielo possa rapire: ecco la pace che corona il gaudio come il gaudio aveva coronato l'amore.

Mie figlie, vi ho detto come lo Spirito Santo santifica noi orientandoci verso il bene con l'amore, col gaudio e con la pace: l'amore è il primo palpito del cuore verso il bene: l'amore ci unisce all'oggetto che si ama e si tramuta in gaudio e il gaudio, in nessun modo turbato, è la pace.

Mie figlie, mosse dalla vostra vocazione, voi non amerete sempre, non esulterete sempre nella pace la più soave? Quali


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Imeldine il vostro cuore ha scelto come oggetto dell'unico amore Gesù nella Eucaristia... Gesù nella Eucaristia è Dio con noi... che s'immola per noi... che viene in noi e come non esultare? Strette a Gesù quale forza avversa vi può disgiungere da lui, e l'onda del vostro affetto in lui non si raccoglie e riposa quasi ruscello nel suo amore?

Oh, amate dunque, lo ripeto, la vocazione vostra... siate anime davvero eucaristiche e, ricevendo fra pochi istanti, Gesù nel vostro cuore, chiedete a lui questa grazia: di amarlo... di godere di lui sempre inondate della pace più dolce e soave. Oh, non per nulla l'Eucaristia fu detta il nostro Paradiso in terra!...

 




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