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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P.
Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine

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44.     (21 gennaio 1925 )

 

Breve narrazione del martirio della vergine tredicenne Agnese (+ 251), una delle perle del paradiso cristiano, e una delle sante più venerate per l'eroicità delle sue virtù. In questo racconto di Padre Giocondo traspare tutta la limpidezza del suo cuore purissimo.

Testo in AL V 726 (2)

 

 

Mie figlie, oggi la Chiesa celebra la festa di S. Agnese che, nata e vissuta a Roma di mezzo a un mondo pagano, appare a noi come un fiore che sboccia sopra il fango.

Agnese era circondata di tutto quello che può offrire di lusinghiero la natura e il mondo: bellezza, ricchezze e mani desiderose di stringersi con lei in nozze solenni e, tra questi pretendenti, vi era lo stesso figlio del Prefetto di Roma.

Agnese non ha che tredici anni e, illuminata dalla fede, comprende che tutto è vanità ciò che passa e disprezza tutto quello che piace al mondo per piacere solo a Gesù a cui si consacra con voto di verginità. Ma se Agnese tutta si dona al suo Gesù, quanto Gesù accetta per sua l'umile verginella ed opera prodigi stupendi per conservarla, come essa desiderava, sposa fedele.

Il tiranno pretendente, per sfogare la sua rabbia contro il rifiuto e vincerla, la condanna a traversare le vie di Roma spoglia delle


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vesti, ed ecco che Gesù le fa crescere prodigiosamente i capelli del capo sì che scendono a coprirne tutta la persona quasi manto regale. La verginella è trasportata in luogo nefando dove la sua purezza doveva essere sfrondata forzatamente, ma un angelo dalle ali d'oro con in mano una spada fiammante appare improvviso e posto a lato della verginella mette in fuga gli impudichi assalitori.

Allora si accatastano legna e le si da' fuoco e quando le fiamme si elevano vertiginose la si minaccia, se non cede alle nozze col figlio del Prefetto, di essere gettata in quel rogo; ed essa? Spicca un volo e si lancia in mezzo; le fiamme si aprono e formano una aureola intorno a lei. Arde di sdegno il carnefice deluso in tutte le sue prove e alzando la spada l'abbassa per troncarle il capo: essa devotamente lo china e il sangue che esce a flotti suggella e imporpora il suo virgineo candore.

Mie figlie, anche voi per amore di Gesù, avete disprezzato il mondo e anelate, come Agnese, di essere spose. Per rimanere fedeli a lui, quante lotte e battaglie sanguinose dovrete sostenere con i nemici insidiatori della purezza! Non temete: donatevi tutte a Gesù ed egli saprà sostenervi e difendervi. Non temete: ora combattete e trionfate con Gesù e per Gesù e un giorno, come già avvenne per Agnese, esulterete con Lui nella patria dell'eterna felicità. Amen: così sia.

 




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