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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P.
Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine

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82.     (s. a.)

 

Il Padre Lorgna intesse un nuovo palpitante discorso sul S. Cuore di Gesù, del quale è devotissimo. Egli esprime il suo pensiero in questi termini: "Il Cuore di Gesù tanto ci ha amato e ci ama e noi lo dobbiamo riamare: ecco l'essenza e tutta la bellezza della devozione al Sacro Cuore". Seguono tanti segni dell'amore cordiale che Gesù ha per noi.

Testo in AL V 734 (3)

 

Mie figlie, siamo nel bellissimo mese del Sacro Cuore che è la devozione così diffusa e tanto cara ad ogni cuore amante. Onorare il Cuore di Gesù significa corrispondere al divino amore: il cuore di Gesù tanto ci ha amato e ci ama e noi dobbiamo riamarlo: ecco l'essenza e tutta la bellezza della devozione al Sacro Cuore.

L'angelico Dottore ci offre alcuni segni di un vero amore; esaminiamoli e vediamo come ci ama Gesù e come noi lo riamiamo. L'amore, unendo due cuori e stringendo due persone nel miracolo dell'amicizia, fa sì che l'una persona sente forte il bisogno dell'altra e la vicendevole conversazione diventa uno dei loro sogni e dei loro sospiri.

Gesù ci ama, è l'amico nostro ed ecco che egli, discendendo dal cielo, viene a conversare con noi rivestendosi delle nostre


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stesse sembianze. Lascia la terra e ritorna al cielo, ma è l'amore che non gli permette di separarsi da noi e, nella Eucaristia, trova la maniera di moltiplicare la sua presenza lungo il corso dei secoli e su tutti i punti della terra e così rimanere con noi e conversare con noi. E noi? Come sentiamo il bisogno di andare a visitare il Prigioniero d'amore dei nostri tabernacoli e se non vi possiamo andare di persona, vi ci rechiamo in ispirito? Vedete i santi quanto erano solleciti di visitare Gesù e stare con lui!

Altro segno dell'amore è la gioia che si prova nello stare con gli amici; ricordare ciò che essi fanno o dicono e, quando soffriamo, versare nei loro cuori la nostra amarezza. Anche Gesù, amandoci, dice: "è mia delizia l'abitare con i figli degli uomini", e dal Tabernacolo egli ci guarda, ci ascolta come una mamma tenera osserva i suoi bimbi; anche Gesù, nell'ora del dolore, volle la compagnia dei suoi cari e cercò di versare in essi l'onda del dolore che l'opprimeva rendendolo triste fino alla morte! Nel Getzemani Gesù si trascina, per ben tre volte, dai tre discepoli che aveva condotto con sé in quell'ora suprema e terribile!

Gesù ci ama e in noi cerca la gioia: e noi dove la cerchiamo? È alla presenza di Gesù nell'Ostia santa? Gesù meditato nella sua vita e nei suoi insegnamenti? Gesù nell'ora del dolore, perché ci sostenga e conforti? Quante volte noi vogliamo la gioia, anzi sempre la desideriamo, ma non sempre in Gesù!

E’ proprio dell'amore il fare la volontà di colui che si ama; un amico che contrasta all'amico e non vuol seguirne né i desideri né i voleri è una contraddizione. Gesù medesimo, amandoci, compie la volontà nostra. Durante la sua vita terrena egli fu soggetto ai genitori, a Giuda che aveva eletto come economo dell'apostolica famiglia e poi, nella passione, quale agnello innocente, si lasciò condurre al macello! E nella Eucaristia non obbedisce alla voce dei sacerdoti, ai desideri dei fedeli che si appressano alla mensa eucaristica e agli stessi  ladri  sacrileghi  che  lo  rapiscono  nell'ostia  santa e lo gettano lungo le strade e perfino nelle immondizie? Gesù fa la volontà  nostra, e  la  volontà nostra è soggetta a lui che ci parla nelle


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interne ispirazioni, nella nostra regola, nell'orario della giornata e nella voce così solenne del nostro dovere?

Mie figlie, Gesù apparendo a S. Margherita Alacoque, disse: "Ecco il cuore che tanto ha amato gli uomini e che dagli uomini è così poco riamato"! Sì, Gesù ci ama e per questo sospira alla nostra conversazione; la nostra presenza lo riempie di gioia ed è sempre pronto ai nostri voleri. E gli uomini anelano ugualmente alla conversazione e alla presenza divina, a fare la divina volontà?...

Gesù, mostrando il suo cuore a S. Maria Alacoque, disse che l'addolorava assai l'ingratitudine delle persone a lui consacrate, cioè, dei sacerdoti e dei religiosi. Purtroppo anche tanti sacerdoti e religiosi, che solo dovrebbero vivere del divino amore, aprono il loro cuore alle creature per amarle senza Gesù e, Dio non voglia, contro Gesù! Quanti sacerdoti e religiosi mondani! Conversare con le creature, cercare in esse ogni gioia, e seguirne i capricci; ecco la loro vita.

Deh, che questo lamento di Gesù non ci tocchi mai! Amiamo chi tanto ci ha amato. Egli conversa con noi e noi con lui; si delizia della nostra presenza e noi della sua; egli fa la volontà nostra e noi la sua. Gesù così ci mostra il suo amore e noi rispondiamo così a tanto amore e allora saremo veri amanti, carissimi al cuore dolcissimo di Gesù.




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