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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P. Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine IntraText CT - Lettura del testo |
11. (5 marzo 1920)
L'agnello pasquale sacrificato per la liberazione del popolo eletto è il segno profetico del Cristo Eucaristico. Quando Gesù apparve tra le folle del Giordano, il Battista lo indicò quale "Agnello che toglie il peccato del mondo". Gesù sul Calvario da vero agnello immolato, lavò con il suo sangue il peccato del mondo. Il sacerdote quando celebra l'Eucaristia sull'altare ripete le parole del Battista: "Ecco l'agnello di Dio".
Gli ebrei mangiano l'agnello con il pane azzimo, senza ipocrisia e malizia; lo mangiano in atteggiamento di partenza. Anche
noi dobbiamo cibarci dell'Eucaristia con cuore puro e consumarla perché sia il nostro viatico.
A un certo punto il Padre prorompe in questa irresistibile considerazione: "Felici quelle anime che intendono tutto questo linguaggio simbolico… quelle anime che nella Eucaristia guardano amorosamente il vero agnello pasquale che abbellisce del suo sangue le anime e, ricevuto così con cuore sincero, è alimento e sostegno celeste".
Testo in AL V 720 (3)
Nei riti ebraici è famoso l'Agnello Pasquale. Ogni famiglia all'appressarsi della Pasqua doveva sgozzare un agnello, arrostirlo e poi tutti i membri di quella famiglia ne dovevano mangiare con pane azzimo e, ritti in piedi, appoggiati però ad un bastone. Col sangue poi di quell'agnello si lavavano le porte e così, passando l'angelo sterminatore, non colpiva quella famiglia coi divini castighi.
Mie care figlie, chi non vede in quel rito così commovente ed espressivo la figura di Gesù... della Eucaristia? Quando Gesù apparve di mezzo alla folla là nelle sponde del Giordano, non fu il Battista che lo salutò la prima volta proprio con questo titolo di Agnello che veniva a togliere i peccati del mondo?
Non è Gesù che salito sull'altare della croce versa tutto il suo sangue e tutti coloro che imporporeranno le loro anime di quell'onda purpurea saranno liberi dallo sterminio e schiavitù di Satana, l'angelo prevaricatore e ribelle?
E l'immolazione del Calvario non si ripete ogni giorno... mille e mille volte il giorno, sui nostri altari? Che momento solenne quando il Sacerdote, rivolti gli occhi all’ostia santa e prima di assumerla e deporla sulla sua lingua, affinché discenda nel suo cuore, saluta quell'ostia con queste parole di Giovanni: "Ecco l'Agnello del Signore, ecco l'Agnello che toglie i peccati del mondo" (Gv 1, 29).
E quando il Sacerdote, dopo di aver preso egli la santa comunione, presentata l'ostia all'adorazione dei fedeli e li invita alla
comunione, non pronunzia di nuovo le stesse parole: "Ecco l'Agnello del Signore... ecco Colui che toglie i peccati del mondo?".
Sì, è l'Eucaristia la luce smagliante preceduta dall'ombra dell'agnello pasquale nei riti ebraici! Ed è per questo che specialmente nell'epoca pasquale la chiesa comanda a tutta la grande famiglia cristiana di cibarsi delle carni di questo Agnello divino accostandosi alla Santa Comunione.
E come l'agnello pasquale degli Ebrei si mangiava con pane azzimo, privo, cioè, di lievito che é il simbolo dell’ipocrisia, così noi ci dobbiamo cibare dell'eucaristia con vera e profonda pietà. La pietà nostra non deve essere come quella dei farisei solo esteriore; ma é interna ed esterna; l'esteriore anzi non sia che il riflesso e il riverbero di un cuore sincero, tutto infiammato del fuoco sacro dell’amore.
Noi, è vero, non facciamo come gli Ebrei mangiando dell'agnello, la santa comunione rimanendo in piedi e poggiati ad un bastone in atteggiamento di chi é pronto a viaggiare, ma la Chiesa che saluta l'Eucaristia col nome di viatico dice apertamente che l'Eucaristia è il cibo che ci deve sostenere nel cammino del tempo e poi in quello, giunti alla meta, dell'eternità.
Felici quelle anime che intendono tutto questo linguaggio simbolico... quelle anime che nella Eucaristia guardano amorosamente il vero agnello pasquale che abbellisce del suo sangue le anime, e, ricevuto così con cuore sincero, è alimento e sostegno celeste!
Felici voi, o sorelle mie, che chiamate alla vita eucaristica, volete consacrare tutta la vostra esistenza al culto della Eucaristia, adorandola e ricevendola meno indegnamente che sia possibile. Oh, non vedete voi che studiando la santa Eucaristia, sempre più grandeggia la vocazione vostra?
Deh, che l'Agnello divino che noi immoliamo e conserviamo nei nostri altari e diamo come cibo ai cristiano, sia davvero il centro di tutti i nostri pensieri ed affetti; e quando voi lo riceverete nei vostri cuori, siano essi sempre adorni di profonda e schietta virtù sì che Gesù, pago di voi, verrà non solo su di voi, ma sulla cara opera con le sue benedizioni più copiose ed elette.