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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P. Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine IntraText CT - Lettura del testo |
17. (2 dicembre 1920)
Padre Lorgna riprende il tema dell'Incarnazione e dell'Eucaristia, entrando nella candida stanzetta di Nazareth e poi spaziando per la terra di Palestina dove si sono verificati i miracoli della moltiplicazione dei pani e delle manifestazioni di Cristo risorto. "E come può accadere questo?", tutti si domandano. Ma la risposta è unica e rassicurante: "Nulla è impossibile a Dio". È la potenza dello Spirito Santo di Dio che opera sempre nell'Eucaristia, come ha operato nell'Incarnazione.
Testo in AL V 720 (9)
La Vergine benedetta, là nella stanzetta di Nazaret, annunziata dall'angelo, fu rapita a sì grande mistero di un Dio che si sarebbe fatto uomo e disse: "Come avverrà questo? Quomodo fiet istud?" (Lc 1, 34).
Mie care figlie, e che dovremo dire noi prostrati dinanzi all'ostia santa dove i prodigi della divina onnipotenza e dei divini annientamenti sembrano ancora più copiosi e sorprendenti? Nella divina Incarnazione, è vero, abbiamo un Dio che si fa carne: "Et Verbum caro factum est" (Gv 1, 14), ma le nature e divina ed umana si conservano nel folgorio delle loro essenziali perfezioni.
Nell'Eucaristia invece la natura e del pane e del vino sono essenzialmente trasformate e si convertono nel Corpo e Sangue di
G. C. Gesù sapeva che questo prodigio della conversione del pane e del vino nel suo corpo e nel suo sangue avrebbe destato in noi forte stupore a un tanto prodigio, ed ecco che egli ci prepara con un altro prodigio… quello operato nelle nozze di Cana convertendo le idre di acqua in vino squisitissimo.
"Se voi ammettete, continua dire Gesù, questa conversione dell'acqua nel vino, perché non ammetterete ancora la trasformazione, nella Eucaristia, del pane e del vino nel mio Corpo e nel mio Sangue?".
Nella Incarnazione del Verbo Gesù si trova là dove lo fissa il suo corpo, e nella Eucaristia? Quale moltiplicazione! Egli é dovunque è un'ostia consacrata. Sui monti e nelle valli, nelle città e nelle borgate, tra i popoli civili e pagani. E anche a questa ammirabile diffusione eucaristica, Gesù prepara gli animi con la celebre moltiplicazione dei pani
Con cinque pani e pochi pesci egli sazia una turba immensa di popoli, quasi volesse dire: "Ora è il pane materiale che moltiplico; verrà un giorno che altro pane sarà moltiplicato, non quello del corpo, ma dell'anima: la santa Eucaristia: e se voi applaudite alla moltiplicazione del pane materiale perché non adorerete, prostrandovi, davanti all'Ostia Santa che è l'alimento celeste del mondo cristiano?".
Nella divina Incarnazione Gesù crebbe nelle dovute proporzioni che richiedeva la natura secondo l'età; nella Eucaristia invece il Corpo di Gesù è ugualmente sotto un'ostia grande come piccola; dividete l'ostia e anche sotto le minime particelle lì è Gesù.
Gesù confermò i suoi apostoli e confermò noi pure in questo prodigio allorquando, dopo la Risurrezione, apparve nel cenacolo, entrando a porte chiuse e, in un baleno, si mostrava nei vari punti della Palestina quasi dicendo: "Il mio corpo glorioso reso come spirituale, non conosce più gli ostacoli dello spazio, è quello che accade nascosto sotto i veli eucaristici: il mio corpo, superiore ad ogni legge di luogo e di spazio, si troverà ugualmente in una piccola ostia e in una grande, in un'ostia intera come se spezzata e divisa".
Mie care figlie, la Vergine considerando i prodigi della
Incarnazione fu rapita nell'estasi la più sublime ed esclamò: "Come avverrà questo? Quomodo fiet istud?" (Lc 1, 34). E che dovremo dire noi alla luce grandiosa dei prodigi eucaristici?
All'estasi della Vergine rispose l'angelo: "Nulla è impossibile a Dio, quia non erit impossibile apud Deum omne verbum" (Lc 1, 37). E alla nostra ammirazione risuonano le parole stesse di Gesù: "Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue: Hoc est corpus meum, hic est calix sanguinis mei" (cf Mt 26, 26-29).
Sì, tutti i nostri sensi si ingannano nella Eucaristia: l'occhio che non vede, il tatto che non tocca, il gusto che non sente che del pane, solo l'orecchio non è ingannato; esso ode le parole di Cristo: "Questo è il mio Corpo, questo è il mio sangue; Visus, tactus, gustus in te fallitur, sed auditu solo tuto creditur" (dall'inno "Adoro Te devote"). Sì, noi crediamo alle parole di Gesù Cristo! La nostra fede nella santa Eucaristia è ferma, sicura, incrollabile.
Che gioia non arreca alle anime pie questa fede nell'atto di prostrarsi davanti al santo Tabernacolo... e nel fare la santa comunione! Deh, chiediamo a Gesù, che presto voi pure avrete nel vostro cuore, che perfezioni sempre più in noi questa fede e rinnovi in noi i suoi prodigi eucaristici. Egli trasforma un po' di pane e un po' di vino nel suo corpo e nel suo sangue? Ebbene, domandiamogli un simile prodigio trasformando, moralmente noi tutti in lui.
Gesù moltiplica eucaristicamente la sua presenza su tutti i punti della terra? Ebbene in qualunque luogo noi ci troviamo, in qualunque occupazione siamo intenti, sentiamo tanto amore da convergere sempre a lui i nostri pensieri ed affetti.
Gesù sorvola nell'ostia a certe leggi di natura? Oh, che noi ancora possiamo mostrarci superiori a tutte le passioni nostre che tanto ci umiliano e deturpano il folgorio della nostra bellezza!
Sì, domandiamo a Gesù che tutti i prodigi che egli opera nell'Ostia Santa li ripeta in noi, affinché, trasformati, uniti a lui e padroni della nostra natura corrotta, possiamo davvero esclamare con S. Paolo: "La mia vita è Gesù Cristo: mihi vivere Christus est" (Fil 1, 21), e con la Sposa dei Cantici: "Egli è tutto con me ed io tutta con lui, Dilectus meus mihi et ego illi" (Ct 2, 16).