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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P.
Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine

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22.     (5 gennaio 1921)

 

Tra gli scritti di P. Lorgna troviamo molte versioni dell'Epifania, tema da lui particolarmente caro. Tuttavia nessuno appare così attentamente pensato come il presente. Qui scambia volontariamente la stella cometa con la stella della vocazione imeldina, per fare un discorso a cuore aperto alle


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sue figlie. pertanto non mi perdo né in suggerimenti né in commenti, perché la parola del Padre è semplicemente incantevole.

Testo in AL V 722 (1)

 

 

Mie care figlie, la festa di domani è veramente grandiosa; è una scena paradisiaca. Una stella misteriosa appare a tre sapienti e re ed essi in quella stella subito riconoscono la divina chiamata e partono dal loro paese e si avviano, attraverso monti e colline e vaste pianure, verso la culla fortunata di Betlem.

Quante avventure in quel lungo viaggio! La stella stessa si eclissa ed essi entrano in Gerusalemme e chiedono ad Erode dove era nato il re di Israele; Erode interroga i sacerdoti i quali rispondono: "A Betlemme". Docili alla indicazione avuta, ecco che i re magi escono da Gerusalemme e, consolati dalla stella che rifulge novellamente al loro sguardo, proseguono il cammino per andare al Divino Pargoletto.

Mie care, anche a voi improvvisa è apparsa una stella; la vocazione: e questa stella vi chiamava proprio come i re magi, a recarvi da Gesù che nasce sacramentalmente sui nostri altari. Voi avete compiuto un lungo cammino per seguire la stella della vocazione: abbandonaste il mondo... la famiglia e tante relazioni sante e innocenti. Quante prove in questo viaggio... e forse anche quella dello smarrimento della stella, l'incertezza, cioè, della vocazione vostra; e non fu il sacerdote che additò a voi che Gesù vi attendeva alla sua mistica Betlem, il Tabernacolo, e proprio là doveva essere la meta del vostro cammino?

I santi re magi, giunti alla Grotta fortunata, si prostrarono dinanzi a Gesù, l'adorarono e, aperti i loro tesori, gli offrirono oro, incenso e mirra. Ebbene, il prostrarsi dinanzi a Gesù nascosto nell'ostia santa e adorarlo, non è uno dei fini principali della vostra vocazione?

I re magi offrirono anche dei doni e così pure farete voi. L'oro è uno dei metalli più preziosi ed è simbolo di grandezza e di potenza. Oh, come bene quell'oro rappresenta la nostra vocazione che è il tesoro più prezioso che noi possediamo e che forma tutta la nostra dignità e grandezza! Offrite dunque, o mie care, a Gesù l'oro


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della vostra ragione sì che ogni pensiero non sia rivolto che a lui e tutto raggiante di lui.

I re magi dettero a Gesù anche dell'incenso. L'incenso, gettato nel turibolo, subito si abbrucia ed eleva una nube candida e profumata verso il cielo. L'incenso siano i vostri affetti che, penetrati dal fuoco della divina carità, nel turibolo del vostro cuore si trasformino sempre in odorosa e fervida preghiera.

I re magi porsero anche della mirra, simbolo del dolore! Mie care, sapete voi quale è la sorgente principale dei dolori nella vita religiosa? È la volontà; la volontà che sempre è contrariata e si spezza sotto la verga dell'obbedienza. Date a Gesù la vostra volontà... obbedendo in tutto; è questa la mirra che Gesù tanto gradisce.

Adorato Gesù e presentati a lui i loro doni, i santi re magi stavano per avviarsi verso Gerusalemme per mantenere la promessa che avevano fatto ad Erode di riferirgli dove era Gesù. Ma un angelo li avvisa di cambiare la via, e i re magi, per un'altra via, ritornarono alla loro patria. "Per aliam viam reversi sunt in regionem suam" (Mt 2, 12).

Mie care, ogni volta che voi avrete bene adorato Gesù e vi avrete consacrata a lui tutta la mente, il cuore e la volontà, sempre udirete questa voce intima echeggiare in fondo all'anima vostra per un'altra via, o figlie, "per aliam viam". Sarà la voce dell'angelo custode, forse quella degli angeli che insieme a voi adorano Gesù; anzi la voce di Gesù medesimo che dirà a voi che per essere vere anime eucaristiche bisogna cambiare continuamente la strada: abbandonare la via dell'imperfezione per correre quella soltanto della virtù.

Oh, la festa di domani quanto è eloquente per tutti i cristiani, ma in modo particolare per voi! Come i re magi voi seguendo la stella della vocazione, avete lasciato il mondo per venire a Gesù... come i re magi voi genuflettete dinanzi a Gesù, l'adorate e a lui offrite tutte voi stesse: mente, cuore e volontà... Voi vi offrite tutte a Gesù e in lui totalmente vi volete trasformare, ritraendo il vostro piede dal sentiero della colpa e seguendo le orme di Gesù.

Sorelle mie, in una chiesa domenicana a Colonia, si conservano i corpi dei santi re magi; deh, che in questa piccola e prima


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casa eucaristica se ne conservi lo spirito e si trasfonda poi in tutte le case. L'esempio dei santi re magi sempre risplenda al vostro sguardo e vi commuova e vi dica quali dovete essere e cosa dovete fare per piacere a Gesù e possedere il vero spirito eucaristico.

 




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