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P. Giocondo Pio Lorgna, O.P. Discorsi di formazione religiosa alle Imeldine IntraText CT - Lettura del testo |
26. (17 febbraio 1921)
Nella festa dei Sette Santi Fondatori (1233), comunemente chiamati Servi di Maria, Padre Giocondo racconta alle sue figlie la loro edificante storia. L'abbandono di ogni ricchezza, il romitaggio, la devozione alla Madonna addolorata, la collaborazione di S. Pietro martire, l'esemplarità di una vita evangelica. Esistono non poche affinità morali tra questa storia antica e quella recentissima delle Imeldine.
Testo in AL V 722 (5)
Mie buone figlie, oggi noi celebriamo la festa dei santi fondatori dei Serviti e questa festa a voi pure dice tante cose!
Nel secolo XIII vivevano in Firenze sette ricchi Signori, i quali erano tenerissimi di Maria e si erano ascritti ad una pia Unione di Laudesi il cui scopo era appunto quello di onorare la Vergine con la preghiera ed una vita esemplare.
Era il giorno dell'Assunta e tutti e sette uniti in una devota Cappella inneggiavano alla gloria della Vergine ed ebbero una ispirazione: consacrarsi ad una vita più perfetta. Stretti da vera amicizia si comunicarono l'ispirazione avuta e subito, abbandonata Firenze e le loro superbe dimore, eccoli in una casupola fuori città e vestiti umilmente. Senza arte e senza mestieri come camperanno la vita?
Essi, i grandi Signori di Firenze, da tutti conosciuti e riveriti, eccoli nella stessa città che vanno mendicando il tozzo di pane di porta in porta! I buoni, a tale spettacolo, ammirano e si commuovono; i tristi li beffeggiano e li chiamano fanatici e folli.
Quella casupola, come era da prevedersi, diventa meta di frequentatori che si raccomandano alle loro preghiere e più da vicino desiderano contemplare le virtù di quei sette Signori che tutto ad un tratto si fanno poverissimi ed essi, per fuggire quell'aura popolare, se ne partono anche da quella casupola e vanno sopra di un alto monte nella Diocesi di Fiesole e là, per vari anni, conducono una vita che la Chiesa definì celeste.
Le loro celle erano grotte, il loro vitto acqua ed ortaggi, tutta la loro occupazione meditare la passione di Gesù e i dolori di Maria. E un giorno mentre erano rapiti nella più alta contemplazione ecco la Vergine che tutta vestita a bruno appare loro, mostra loro un abito bruno con l'ingiunzione di fondare un Ordine inteso a predicare i suoi dolori e quelli del suo figlio divino.
La Vergine apparve anche al nostro S. Pietro Martire confidente di quei sette uomini illustri e anche a S. Pietro confidò il volere suo e quello del Figlio Divino. S. Pietro rivela a quei sette santi suoi intimi ed amici l'apparizione avuta ed essi si affidarono a lui perché li illuminasse nella fondazione dell'Istituto che Maria stessa aveva richiesto.
Tutto fu combinato e quei sette, docili al comando di Maria eccoli di nuovo a Firenze a predicare la passione di Gesù e i dolori della Vergine sua Madre: un bambino, appena di 3 mesi, all'apparire dei sette santi, scioglie miracolosamente la lingua ed esclama: "Ecco i servi di Maria " e quel Nome, quei sette, prenderanno per sè e per tutti i loro figlioli e quel bambino, fatto adulto, diventerà membro di quel nuovo Istituto e ne diventa un vero santo: egli è S. Filippo Benizio.
Come ora accennare, in pochi minuti, lo zelo di quei sette fondatori e dei primi loro figli? Come descrivere la propagazione prodigiosa del loro Istituto? Che dire della loro morte e della gloria che insieme li unisce nel cielo?
Mie figlie! Anche voi, accogliendo l'ispirazione divina, avete abbandonato il mondo e le vostre case per ridurvi in questa povera dimora: l'unica vostra ricchezza è Gesù. Anche voi ve ne
state qui, quasi sopra un monte e la vostra vita dovrebbe essere tutta celeste; voi pure siete come le pietre fondamentali di un nuovo Istituto e lo dovete sviluppare e diffondere con il profumo delle vostre virtù.
Oh, i cari santi che ottennero tanto aiuto dal santo S. Pietro Martire, vi sorridano dall'alto dei cieli e aiutino voi ad essere quali Gesù vi desidera per meritare e la santificazione vostra e il rigoglio dell'opera.
Anche voi, o mie figlie, siete povere, conducete una vita tutta celeste e dopo di avervi amato tanto unite alla sorgente del vero amore Gesù Sacramentato, possiate, insieme unite, riamarvi ancora per tutta l'eternità presso il trono del divino Agnello nella patria dei santi, in paradiso.