Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Quinto Settimio Florente Tertulliano
De spectaculis

IntraText CT - Lettura del testo

Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

CAPUT VIII. 

Tutto nel Circo, parla esplicitamente d'idolatria, né valgono tentativi di dimostrazione contraria.

Ci siamo proposti di parlare dei luoghi nei quali gli spettacoli vengono eseguiti: ebbene; così farò: il Circo è dedicato in principal modo al sole; m mezzo infatti vi è un tempietto a quello dedicato e nella parte più alta di esso se ne vede l'immagine: non crederono gli antichi di dover consacrare in ambiente rinchiuso ciò che potevano adorare in piena libertà e festa di luce. Coloro che sostengono che si debba far risalire a [46] Circe (9) il primo spettacolo, affermano che sia stato dedicato appunto al sole, che fu il padre suo e quindi ricollegano a Circe la denominazione di Circo. E certamente questa maga, col nome che essa aveva, favorì e sollevò senza dubbio risveglio di potenze malefiche demoniache, delle quali era devota ministra. Quanti caratteri d'idolatria non puoi tu riconoscere nell'aspetto stesso del luogo dove gli spettacoli si compiono? Si potrebbe dire che in ogni motivo ornamentale del Circo, puoi riscontrare l'orma di una credenza idolatra: svariati sono gli ornamenti, diversi i tempietti quasi coi singoli attributi divini....

In onore di Castore e di Polluce (10) non mancano le simboliche uova, perché costoro non arrossiscono di vergogna nel credere di avere i Dioscuri, avuto origine da Giove, trasformatesi in cigno: e che essi nascessero da un uovo: si trovano dei delfini consacrati a Nettuno. D'altro lato si vedono delle grosse colonne che [47] sostengono le statue Sessie, così chiamate dalla dea che presiede alla sementa. Messie da quella che presiede alle messi, Tuteline, perché quasi difendono e proteggono i frutti. Avanti a queste colonne ci sono tre altari, dedicati a tre divinità di grande potenza ed influenza: giudicano che queste siano divinità di Samotracia (11). Un obelisco di straordinaria grandezza è dedicato al Sole, come afferma Ermatele; l'iscrizione di cui è fornito ci dice la sua origine e il suo carattere, e come appunto tale credenza superstiziosa derivi dall'Egitto; ma tutta questa bella accolta di potenze idolatre, come avrebbe fatto ad esistere, senza che ad esse si unisse la Magna Mater? (12) ed ecco che essa colà fa bella mostra [48] appunto; vicino quella specie di stagno detto Euripo. Conso (13) se ne sta nascosto, come dicemmo, sotto terra, presso le mète Murcie; anche queste debbono la loro origine ad un idolo; vogliono che Murcia sia la Dea della stanchezza e dell'esaurimento fisico e a questo appunto dedicarono in quella parte del Circo, un tempietto. O tu, che sei cristiano, quante potenze innominabili abbiano avuto loro dominio nel Circo, rifletti dunque; e una credenza soggetta a tanti spiriti avversi e diabolici non può aver nulla in comune con te. Ma a questo punto sarà il caso di ricondurre il nostro discorso ai luoghi dove tali giochi e spettacoli si celebrano; perché si possa prevenire un'obiezione che da taluno potrebbe anche esser mossa: tu mi puoi infatti osservare: e se io mi recherò al Circo in un momento diverso da quello in cui si celebrano i giochi, basterà questo perché io ne resti contaminato e guasto? non v'è impedimento assoluto di frequentare quei luoghi: non solo nelle [49] radunanze per pubblici spettacoli, ma un servo di Dio, può, senza pericolo alcuno, penetrare negli stessi templi pagani; dal momento che vi può essere una ragione impellente che ve lo spin-ge, ma chiara, aperta, insospettabile, e che non abbia appunto relazione alcuna con ciò che si strà svolgendo in quel luogo, e coll'intimo carattere del luogo stesso. E del resto, le nostre piazze, il foro, i bagni, qualunque luogo pur modestissimo, le nostre case stesse, non sono mica neppur libere da caratteri e influssi idolatri! Satana e le sue potenze amiche tutto hanno riempito di loro. Ma pure non è vero, che, se noi viviamo nel mondo, ci allontaniamo dalla divina grazia del Signore: questo avverrà soltanto se si attaccherà al nostro spirito qualcosa della corruzione e del male del mondo. Se io penetrerò nel Campidoglio o nel tempio di Serapide (14), deciso a compier sacrificio, o quale adoratore di quelle divinità, sarà allora che io mi allontanerò da ogni principio di grazia divina, come pure se mi si vedrà spettatore nel Circo e nel teatro: [50] i luoghi non ci contaminano di per stessi, ma bensì per ciò che in essi vien fatto: i luoghi stessi si sentono guasti e pervertiti da ciò che fra le loro mura viene compiuto, ed è proprio questo che abbiamo discusso: una volta contaminati essi, anche noi subiamo la loro malefica influenza. Perciò appunto noi ricordiamo a chi sono dedicati i luoghi di tal genere, perché possa venir dimostrato chiaramente che tutto ciò che in quelli si svolge, riguarda e appartiene proprio a quelle potenze alle quali sono consacrati.




9. (1) Circe era la figlia del Sole e di Perseide; sorella di Eete e di Ecate: abitava questa maga in un'isola presso le coste occidentali d'Italia, vicino al monte Circeo: i compagni di Ulisse furono da essa cambiati in animali immondi, ma Ulisse li liberò e innamoratosi di Circe, ne ebbe due figli, Adrio e Telegono.



10. (2) Castore e Polluce: i Dioscuri erano figli di Giove e di Leda : Castore era famoso nel domare i cavalli, Polluce nel pugilato. Accompagnarono gli Argonauti e combatterono i figli di Afareo a cui avevano rapito le spose Febe ed Ileira dette anche Leucippidi: scomparvero poi dalla terra e si diceva che Giove li avesse ammessi nell'Olimpo, morendo e vivendo un giorno per ciascuno. Secondo altri Castore sarebbe figlio di Tindaro e di Leda, e Polluce, di Giove e di Leda. In Grecia si celebravano in loro onore feste chiamate Dioscurie.



11. (1) Samotracia: I misteri di Samotracia erano sacri ai Cabiri che ricevevano nel culto il nome di grandi Iddii: quattro erano le divinità dei misteri di Samotracia: Axieros, Axiokérsa, Axiokérsos, corrispondenti rispettivamente a Demeter, Persefone, Hades; più Kasmilos che per testimonianza di Dionysodoro era uguale ad Hermes. Samotracia fu centro religioso di grande importanza.



12. (2) Magna Mater, o Dea Cibele, si pensava come una divinità della natura che personificava la terra, quale produttrice universale: si diceva che dimorasse in selve e in grotte, sulla sommità delle montagne; che usasse un carro tirato da leoni e fosse accompagnata dai Coribanti suoi ministri, sorti dalla terra, dopo una pioggia dirotta, che con grida e certi loro strumenti facevano correndo uno strepido assordante; e da leoni, pantere, orsi ed altre belve; era venerata sul monte Didimo nella Galazia, sull'Ida, nella Troade sul Timolo: il culto di questa Dea fu comune a molte regioni della Grecia fra cui la Beozia, l'Attica, la Laconia, l'Arcadia, l'Elide e fiorì particolarmente in Atene. Il culto di Cibele fu importato a Roma da Pessinunte nel 204 A. C. per suggerì mento dei libri sibillini, i quali avevano promesso con ciò la cacciata di Annibale dall'Italia.



13. (1) Si sappia che l'altare del dio Conso, nel sacrificio, veniva disotterrato, perché nel tempo che correva fra un sacrificio e un altro, rimaneva nascosto ed invisibile: simbolo questo del seme che si confidava alla terra e vi rimaneva sepolto, finché il nuovo sole di primavera non ne determi' nasse il germoglio. Murcia: Venus Murcia, forse dal verbo mulcere, era una delle figurazioni dell'antica divinità italica Venere: poi si disse Murtea e con questo epiteto Venus divenne la dea del Mirto e quindi protettrice dell'amore casto di cui il mirto era simbolo. Venus Murcia aveva un tempio alle falde dell'Aventino dietro il Circo Massimo, presso il quale si celebrava m suo onore la festa della primavera e quella della vendemmia; il suo culto pare sia stato introdotto a Roma dai Latini sotto Anco Marzio.



14. (1) Serapide: divinità egiziana, passata poi nel mondo greco: Atene ebbe un tempio di Serapide ai piedi dell'Acropoli; in Beozia parecchie iscrizioni specialmente di Orcomeno e di Cheronea testimoniano di una particolare devozione tributata alle divinità egizie dagli schiavi: dall'Egitto ellenistico e dalla Grecia propria ed insulare, il culto degli dei Egiziani passò nei paesi ellenizzati dell'Oriente e dell'Occidente, da un lato in Asia Minore, dall'altro in Sicilia e nell'Italia meridionale dapprima, in Campania per via di quell'emporio assai frequentato che fu Puteoli (Pozzuoli). In Roma appare per la prima volta al tempo di Siila, ed ebbe largo sviluppo ed onore di rito.






Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL