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Quinto Settimio Florente Tertulliano De spectaculis IntraText CT - Lettura del testo |
Si possono fare delle obiezioni in difesa degli spettacoli: ebbene, opponiamo ad esse forza e sicurezza di risposta.
Quanto mai vano sarà, per non dire assolutamente disperato, il procedere di coloro, i quali senza dubbio alcuno, coll'unico scopo di prendere, come si dice, un po' di tempo, per dovere rinunziare e rinnegare le cerimonie degli spettacoli, vanno arzigogolando che nelle Sacre Scritture non è esplicitamente fatta proibizione ai [74] servi di Dio d'intervenire a tali radunanze! Io, or non è molto, ho sentito una difesa di nuovo genere architettata da un tale, che era tutto preso dalla passione di questi giochi. Il sole, diceva costui, anzi, Iddio stesso, dal cielo vede tutto, ma non c'è cosa che lo possa in certo modo contaminare. Il sole lancia il fulgore dei suoi raggi nelle cloache profonde ed oscure, ma non perdono essi nulla della loro punta e del loro splendore! Or volesse il cielo che Iddio non mirasse le colpe e le scelleratezze umane, in modo che tutti potessimo scampare così al suo giudizio! Ma Iddio vede invece i nostri errori, conosce quanto è in noi di falso e di fìnto; gli sono noti i nostri inganni, le nostre credenze idolatre, e gli stessi spettacoli: ed è appunto per questo che non vi assisteremo mai, noi, appunto per non cadere sotto la sguardo suo, che tutto vede e che tutto abbraccia. Tu metti a confronto, o uomo, il reo e il giudice: il reo che è appunto tale perché è scoperto, il giudice che è giudice appunto perché vede e scopre. Ma quindi, noi forse al di fuori dello spazio segnato dal circo, indulgeremo al nostro pazzo furore, o ci abbandoneremo forse a manifestazioni fuori del teatro, impudiche, o al di fuori dello stadio ad abbandoni colpevoli, oppure, al di fuori dell'anfiteatro, a manifestazioni di crudeltà? No, perché Iddio penetra col suo sguardo anche oltre a quello che può essere e loggia e gradinata e portico di edifici diversi. Noi saremmo sempre in errore: in nessun luogo e in nessun momento deve esser [75] lecito fare quello che non è lecito sempre e dovunque. È questa la legge su cui s'impernia il principio assoluto della verità: e così ci dobbiamo di fronte ad essa, contenere, nella pienezza intera e nella immutabilità di una disciplina: è questa la linea di quel timoroso ossequio che dobbiamo mantenere e il nostro principio deve essere qualcosa di fisso e di invariabile. Non può mai esistere qualcosa di diverso, da ciò che in sé stesso è in un dato modo, o sia bene, o sia male. Tutte quante le cose guardano alla verità assoluta che risiede in Dio.