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Quinto Settimio Florente Tertulliano
De spectaculis

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CAPUT XXII. 

Gli uomini non seguono un'eguaglianza di criterio nel giudicare: le stesse azioni appaiono loro ora buone, ora malvagie.

Oh, quanto non è strana questa maniera che gli uomini seguono nei loro giudizi, lontana da ogni criterio di equanimità e di uguaglianza, ma confondendo, invece, i principî del bene e del male, secondo che li convinca l'instabilità del loro pensiero e la mutabilità dei loro sentimenti! Da parte di coloro stessi che a proprie spese [78] preparano e regolano il procedimento degli spettacoli, i guidatori delle quadrighe, gli attori scenici, i lottatori, i gladiatori sono soggetti a manifesta riprovazione e vengono mal giudicati per quelle medesime facoltà per le quali, sotto un'altro punto di vista, sono ricercati e magnifìcati: costoro sono proprio quei gladiatori che suscitano fervore di passioni nel cuore di uomini e di donne che sono pronte a dar loro, gli uni tutto il loro entusiasmo, le altre, e forse anche i primi, il fiore della loro bellezza e della loro purità; sono quelli per i quali giungono a commettere quello che poi dicono meritevole e degno di riprovazione, E questi stessi uomini si vedono dopo colpiti da condanna; vengono diminuiti nell'esercizio dei loro diritti, sono tenuti lontani dalla curia, dal rostri, esclusi dal senato, dalla classe dei cavalieri, da tutto quanto possa rappresentare onore, cariche e dignità personali. Quale sconvolgimento d'idee e di giudizi non è mai questo! Essi amano quelli che poi condannano; abbassano e vituperano coloro, che prima hanno lodato ed esaltato. Innalzano il principio e il carattere di una data manifestazione ed attività; chi la rappresenta va incontro invece a biasimo e a taccia di colpevole. Come può esservi un giudizio di questa fatta; che cioè quelle facoltà per le quali taluno è stimato degno di encomio, si trasformino poi in ragioni di riprovazione e di condanna? Ma anzi è proprio, il riconoscimento più [79] esplicito che una data cosa sia male quando appunto chi di essa sia parte viva ed essenziale, e ne riscuota plauso e favore, venga dimostrato poi, anche lui, non scevro di colpa.




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