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Quinto Settimio Florente Tertulliano De spectaculis IntraText CT - Lettura del testo |
Anche i Cristiani possono avere tanti spettacoli di gioia e di grandezza su questa terra!
Il piacere, la soddisfazione risiedono dove vi sia ardore di desiderio. Non credere perciò di dover trascorrere questo periodo della tua vita, privo di qualunque diletto e soddisfazione. Perché sei tanto ingrato da non giudicare sufficienti tante e così grandi gioie che pure Dio ti ha dato? Perché vuoi dinanzi ad esse chiudere lo sguardo tuo? E che cosa vi può essere di più piacevole e di più grande che la riconciliazione e l'intesa, intime fra l'uomo e Dio, padre e signore nostro? Che cosa di più luminoso che la rivelazione della verità? Che cosa di più magnifico che il sereno riconoscimento dei nostri errori e il perdono di tante colpe per l'addietro commesse? Quale gioia maggiore di quando noi potremo provar noia del piacere stesso? Quale grandezza la nostra, quando sapremo guardare e considerar con disprezzo quanto ci circonda e ci stringe? Che cosa di più fulgido che il sole della libertà vera, che la luce di una coscienza intemerata e sicura, che una vita modesta e sufficiente? che cosa di più immenso che il poter guardare la [91] morte, senza un senso di timore e di sgomento? Perché tu calpesti gli Dei delle genti? perché scacci da te le potenze demoniache? perché escogiti rimedi e modi di salvezza? perché chiedi al cielo, luce e serenità di rivelazione? perché vivi nel nome di Dio? Perché appunto queste sono le gioie più grandi dei Cristiani, i piaceri loro sacrosanti, che non conoscono occaso, che in luce di grazia risplendono. Sono questi, o Cristiano, i tuoi giochi Circensi: guarda come il tempo vola inesorabilmente, come tutto si cambi e si trasformi nel rapido passare dell'età: attendi che si giunga a quella che sarà la fine di questo nostro mondo, difendi, e combatti per la tua Chiesa, svegliati quando Dio ti chiamerà, sollevati allo squillar della tromba dell'Angelo, gloriati e sorridi della palma del martirio.
Vuoi tu forse da altezza di scienza e da profondità di dottrina, trarre la tua gioia intima e grande? Presso i Cristiani, ebbene, non manca splendore di lettere, non manca onda di poesia, altezza di giudizi e nobiltà di principi; non fanno difetto né armonia di canto, né melodia di voce; e non sono favole vane le nostre, ma affermazioni e proclamazioni di verità, non sono costruzioni artificiose e false, ma è la semplicità e la purità nel suo più luminoso rigoglio. Vuoi tu forse fierezza di lotta e fervore di battaglia? Ecco che esse vi sono e non è tutto questo né piccola, né poca cosa: guarda: l'impudicizia è vinta e travolta dalla castità e dalla purezza, la slealtà e la [92] menzogna cadono sotto i colpi della fede, la crudeità e la perfidia sono soggiogate e peste dalla pietà e dalla misericordia, la presunzione sciocca, ottenebrata dalla modestia e dall'umiltà. Questi sono i nostri certami, queste le gare in cui noi riportiamo onore di corona. Vuoi tu forse infine il segno del sangue? Ecco: hai quello di Gesù Cristo.