Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Quinto Settimio Florente Tertulliano De spectaculis IntraText CT - Lettura del testo |
CAPUT XIII.
Ogni ombra d'idolatria va sfuggita.
Son d'opinione che ormai abbiamo ordinatamente e completamente trattato in quante e in quali maniere gli spettacoli abbiano in loro, principî ed elementi idolatri; basta pensare alla origine loro, ai loro nomi, alla preparazione che richiedono, ai luoghi nei quali si svolgono. Per quel che riguarda i sacrifici non ci può esser nulla affatto che noi possiamo sentire come a noi spettante; tutto quanto si riferisce agli idoli, è stato da noi rinnegato. Non è che l'idolo sìa qualche cosa di reale, come dice l'Apostolo, ma tutto quello che viene fatto ad essi, lo dobbiamo pensare come rivolto al demonio: tutte le potenze demoniache si uniscono nelle cerimonie che si tributano agli idoli, siano questi immagini di defunti o di divinità. Perciò, dal [61] momento che in tutte e due gli aspetti di questo culto idolatra, ci è in fondo un carattere unico, perché i morti e gli Dei si uniscono in fine in un'idea sola, noi ci asteniamo dall'una e dall'altra forma di credenza idolatra e non teniamo in considerazione alcuna né i templi, né i monumenti sepolcrali; non riconosciamo né l'uno né l'altro altare, non adoriamo né l'una né l'altra effigie, non facciamo sacrifizi, non rendiamo culto ai morti; non ci serviamo di nulla, di quanto ha potuto servire a cerimonie sacrificali o in onore di defunti, perché non possiamo nello stesso tempo assiderci al banchetto divino e prender parte alla mensa delle potenze avverse demoniache. La gola dunque e il corpo li teniamo ben lontani da ogni influenza corrompitrice; quanto maggiormente dunque dovremo tener separate le parti più nobili di noi, l'occhio e l'orecchio, da ogni forma di culto e di tributo che si potesse dare ad idoli o a defunti! Non è qualcosa che possa avere un processo del tutto fisiologico: certi dati caratteri penetrano e si trasfondono coll'anima nostra stessa: e a Dio preme maggiormente la purità e l'integrità delle anime nostre, piuttosto che dei nostri poveri corpi.