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Quinto Settimio Florente Tertulliano De spectaculis IntraText CT - Lettura del testo |
CAPUT XVIII.
Le tragedie, le commedie hanno in loro qualcosa d'illecito e di empio.
Se noi proviamo un senso di dispregio per i dettami della letteratura profana, come di quella che non può esser giudicata da Dio se non come qualcosa di stolto e di sacrilego, mi sembra anche che siano implicitamente proibiti a noi tutti quei generi di rappresentazioni che trovano motivo e ripetono la loro natura dalla letteratura stessa e che pongono sulla scena o elementi di ridicolo o caratteri di forza e di violenza. Se infatti le tragedie o le commedie mettono dinanzi ai nostri occhi lo svolgersi di azioni atroci, o di violente passioni che trovano loro sfogo nel sangue o nelle più volgari bassezze, non senza empietà e dilagare di altre colpe; non può darsi che esse siano m certo modo più tollerabili delle azioni stesse. Ciò che viene respinto e stimato degno di condanna, nell'atto stesso di compierlo, non si può neppure accettarlo in parole. Se poi mi verrai a dire che eppure nelle sacre scritture si fa menzione dello stadio, oh, sì, questo è vero, ma a tutto quanto si svolge nello stadio, non potrai mica negare che sia indegno e indecoroso per te rivolgere lo sguardo! Sono colpi di pugno, e di piede, sono atti molteplici di violenza e di forza e si viene colpendo, alterando, guastando la più bella e nobile parte del corpo dell'uomo [71] che è la faccia, pur creata a sembianza e ad immagine di Dio. Non potrai tu, o cristiano, approvare mai la folle magnificenza delle corse, il lancio del disco, e i salti, occupazioni più sciocche ancora. Non ti potranno mai piacere le manifestazioni di forza o vane o miranti all'altrui offesa; e non approverai neppure quella soprastruttura di ornamenti e di abbellimenti del corpo, come qualcosa che tende a snaturare l'eccelsa opera di Dio. E un sentimento d'odio proverai per coloro che s'ingrassano a bella posta, perché siano poi di spasso e di sollazzo alla Grecia! Fu il diavolo che soffocò ed uccise i primi uomini: ebbene; anche l'arte della palestra ha qualcosa di diabolico: nei primi movimenti hai qualcosa di molto simile a quelli del serpente, infatti: tenace nell'afferrare, tortuoso nell'avviticchiarsi, lubrico e sdrucciolevole per cercare di svincolarsi e di sfuggire. Se a te nulla servono le corone colle quali tali arti ginniche si premiano, a che vai cercando di procacciarti quelle tali soddisfazioni che ti arrecano, come premio, queste corone stesse?