«...pioggia o polvere, freddo o solleone, nulla arresta questi
arditi avventurieri...
«La loro esistenza è un'opera di genio di ogni giorno, un
problema quotidiano, che essi pervengono sempre a risolvere con l'aiuto di
audaci matematiche...
«Quando il bisogno ve li costringe, astinenti come anacoreti; ma se
nelle loro mani cade un po' di fortuna, eccoli cavalcare in groppa alle
più fantasiose matterìe, amando le più belle donne e le
più giovani, bevendo i vini migliori ed i più vecchi e non
trovando mai abbastanza aperte le finestre onde gittar quattrini; poi -
l'ultimo scudo morto e sepolto - eccoli ancora desinare alla tavola rotonda del
caso, ove la loro posata è sempre pronta; contrabbandieri di tutte le
industrie che derivan dall'arte, a caccia da mattina a sera di quell'animale
feroce che si chiama: lo scudo.
«La
Bohème ha un parlare suo speciale, un gergo... Il suo
vocabolario è l'inferno della retorica e il paradiso del neologismo...
Vita gaia e terribile!...»
(H. Murger, prefazione alla «Vie de Bohème1»)
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