Perdono fra gli uomini
Con sì larghe promesse da parte di
Dio, forse non mai Anno
Santo venne più opportunamente a consigliare mitezza,
indulgenza e perdono tra uomo ed uomo.
Quando in tempi recenti, prendendo a motivo una guerra sfortunata
o colpe politiche, si scatenarono ondate di rappresaglie, sconosciute finora
nella storia almeno per il numero delle vittime, il Nostro cuore fu invaso da
acerbo dolore, non solo per la sventura che moltiplicava le sventure e gettava
nel lutto migliaia di famiglie spesso innocenti, ma perché con sommo rammarico
vi vedevamo la tragica testimonianza dell'apostasia dallo spirito cristiano.
Chi vuol essere sinceramente
cristiano deve saper perdonare. «Servo iniquo ... - ammonisce la parabola
evangelica (Mt 18,33) -, non dovevi anche tu aver
pietà di un tuo conservo, come io ho avuto pietà di
te?».
La carità e la misericordia,
allorché soccorrono equi motivi, non contrastano col dovere della retta
amministrazione della giustizia, bensì l'imprudente intolleranza e lo spirito
di rappresaglia, soprattutto quando la vendetta sia
esercitata dal pubblico potere contro chi ha piuttosto errato che
peccato, o quando la stessa pena meritamente inflitta si prolunghi oltre ogni
limite ragionevole.
Ispiri il Signore consigli di
riconciliazione e di concordia a quanti sono investiti di pubbliche
responsabilità, e, senza pregiudizio del bene comune, si ponga fine a quei
residui di leggi straordinarie, che non riguardano i delitti comuni meritevoli
di giusta punizione, e che, dopo lunghi anni dalla cessazione del conflitto
armato, provocano in tante famiglie e in tanti individui sensi di esasperazione contro la società in cui sono costretti a
soffrire.
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