2.3 Tipologia
2.3.1 Tipologia delle istituzioni museali
Diverse sono le tipologie secondo le quali un museo
ecclesiastico può costituirsi. Tali forme museali
hanno visto la luce in epoche diverse, spesso per impulso di personalità
ecclesiastiche con singolare spirito di iniziativa.
Non esiste, tuttavia, un elenco tipologico esauriente dei musei ecclesiastici.
Volendone tentare una elencazione sommaria si può fare
riferimento all’ente ecclesiastico che ne è proprietario o che vi ha dato
origine, oppure si può fare riferimento al patrimonio del museo stesso.
Abbiamo già accennato nell’introduzione storica28
ai “tesori delle cattedrali” come alle più antiche istituzioni museali propriamente ecclesiastiche. Queste istituzioni, in
moltissimi casi, sussistono tutt’oggi conservando la loro natura di custodia di oggetti
liturgici preziosi, alcuni dei quali, in determinate circostanze, possono
essere ancora utilizzati per culto. Nel corso dei secoli, ai “tesori” si sono
aggiunti i “musei delle cattedrali” e, in alcune zone, “i musei dell’Opera del
Duomo”, con una connessione meno spiccata con il culto, e con la finalità di
conservare ed esibire opere d’arte e altri reperti provenienti dalla cattedrale
e dalle sue adiacenze.
Nella stessa introduzione storica si faceva anche cenno a
vari tipi di possibili “collezioni”, di natura solitamente monografica
(raccolte artistiche, archeologiche, scientifiche), alcune di notevole
antichità, altre sorte in tempi recenti. Suddette collezioni, che talora per
circostanze fortuite sono divenute di proprietà ecclesiastica, hanno
provenienze diverse: cittadini privati, enti ecclesiastici, enti civili, altre
istituzioni.
Nel periodo postconciliare si è incrementata la nascita dei
“musei diocesani”, sorti in vari casi per far fronte al pericolo di dispersione
del patrimonio artistico diocesano. Ad essi è stato
però abitualmente connesso un intento spiccatamente culturale. Analogamente ai
“musei diocesani”, oggi ampiamente diffusi, sono sorti “musei parrocchiali”,
“musei monastici”, “musei conventuali”, “musei di istituti
religiosi” (ad esempio i “musei missionari”), “musei di confraternite” e di
altre istituzioni ecclesiastiche.
I musei che abbiamo appena ricordati
riguardano un singolo monumento religioso, una particolare circoscrizione
ecclesiastica, un determinato istituto religioso. La loro natura è diversa,
così come le finalità che essi si propongono. Ad esempio, i musei dei religiosi
si propongono d’offrire l’inquadramento storico e geografico della presenza e
dello sviluppo di un singolo istituto di vita
consacrata o di una società di vita apostolica in un determinato territorio o
nell’ambito generale dell’opera svolta in diverse parti del mondo. Altri musei,
quali i diocesani e quelli interparrocchiali, riflettono specifiche realtà
territoriali con ambiti e giurisdizioni ecclesiastiche ben definite. Quelli
missionari invece testimoniano le culture con cui si è confrontata l’opera di evangelizzazione ricoprendo notevole importanza negli
studi di antropologia culturale.
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