3.1.4 Vetrine
La vetrina, oltre a conservare in modo adeguato gli oggetti
in essa contenuti, deve valorizzarli e renderli
pienamente visibili. È pertanto auspicabile che sia adeguatamente illuminata in
modo che non deperiscano i colori del manufatto e non se ne distorca la
visione.
La stessa forma del contenitore diventa elemento di
servizio non solo in senso stretto, la buona conservazione dei manufatti, ma
anche in senso largo, la felice fruizione dell’oggetto
stesso. A tale proposito grande attenzione deve essere
rivolta alle didascalie, che rivestono un ruolo fondamentale nel tessuto museografico. Esse vanno possibilmente proposte in due o
tre lingue, scritte con caratteri facilmente leggibili e collocate in posizione
accessibile.
Alla breve scheda tecnica identificativa che comprende il
titolo dell’opera, l’autore, la datazione, la materia, la provenienza, è
auspicabile affiancare due diversi tipi di sussidi illustrativi, in supporto
informatico o cartaceo. Il primo comprende schede che mettano
in relazione ciascuna opera con quelle presenti all’interno del museo e fuori
di esso sul territorio. Il secondo comprende schede che approfondiscano
la conoscenza delle singole opere indicando la destinazione liturgica o
paraliturgica, il significato del nome, il contesto spazio-temporale
originario, le simbologie ed eventualmente aggiungendo richiami a oggetti più
famosi, spiegazioni iconografiche, note agiografiche e brevi riferimenti
bibliografici. Il tutto per favorire e orientare lo studio, contestualizzando globalmente la conoscenza dei manufatti
esposti.
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