3.3 Gestione
Perché il museo ecclesiastico possa svolgere adeguatamente
le proprie attività risulta necessaria una ben
strutturata gestione amministrativa.
A questo riguardo possono essere utili i seguenti
suggerimenti:
– prevedere da parte dell’ente proprietario la creazione di
un cespite economico autonomo (ad esempio una fondazione costituente fonte di
reddito) che permetta la progettazione a lungo termine almeno delle attività
ritenute essenziali;
– predisporre un piano economico pluriennale, oltreché a medio e a breve termine,
onde coprire con specifiche operazioni organizzative tutte le esigenze imposte
dalle strategie di conservazione e valorizzazione del museo;
– prevedere, alla luce del piano globale,
un bilancio annuale con preventivo e consuntivo articolato in specifiche voci
di entrata (bigliettazione, sponsorizzazioni
occasionali, enti istituzionali, vendite, ecc.) e di uscita (acquisti,
personale, consumi, attività, restauri, assicurazioni, propaganda, stampa,
eventi, ecc.) al fine di assicurare la regolare continuità delle attività,
individuare facilmente le alterazioni di spesa, fare le previsioni di
intervento;
– provvedere il museo di una regolare fisionomia giuridica
(sia in ambito ecclesiastico sia in ambito civile) e di un dettagliato
regolamento normativo;
– dare una chiara configurazione giuridica a tutto il
personale, sia assunto sia volontario (istituire eventualmente cooperative o
appoggiarsi ad altri enti); adempiere diligentemente agli
oneri fiscali; operare oculatamente nell’assunzione di personale specializzato
per le varie esigenze; curare l’impostazione dei servizi di volontariato con
opportuni responsabili; approfondire le scelte circa l’occupazione del
personale con adeguati mansionari e con opportuna
flessibilità;
– promuovere l’immagine del museo attraverso i canali di comunicazione
ecclesiale, le organizzazione didattiche e culturali,
i mass media locali.
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