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Antonio Balsemin
Ve conto…

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  • 10        LA PRESINA CON I BUCHI
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10        LA PRESINA CON I BUCHI

 

Si afferma che sono le donne che inspirano gli uomini. È vero, perché una donna, almeno a me, ha favorito più di un’ispirazione per fissarenero su biancoavvenimenti fondati. Questa donnamusa ispiratrice’, oggi è venuta a farmici visita io sospetto per più motivi. L’unico ammesso e confermato è stato quello che lei veniva a riprendersi un cartoccio di mandarini (clementine), da me a lei regalati domenica appena passata. Lei, quando ci siamo salutati e lasciati, era andata in oca di questo pacchetto, dimenticandolo nella mia automobile. Quale ‘pretesto scusante’ della sua visita per venire a riprenderselo, mi portò un maglione a giro collo ed una tuta sportiva azzurra, in regalo. Viene chiaro come il sole che Maria non è una tirchia, anzi, è generosa, ma si capisce che a lei interessavano molto quei mandarini . Fatto questo, fatto quello, conversato di questo, conversato di quello, dice: “ Mi offri una tazza di te?” “Sì”. Prendo dal lavello della cucina una cuccuma, le do una risciacquata, tiro giù dalla vetrina due tazze grandi, prelevo dalla credenza il barattolo dello zucchero e quello del te. Siccome ero rimasto senza latte e avevo esaurito la scorta dei limoni, ho cercato di salvare la situazione facendo opera di persuasione perché Maria bevesse il te ‘corretto’ con il succo di mandarino (che è tanto buono). Lei, che è un’innovatrice, fa sua questa mia teoria. Maria, così si chiama questa gran amica, per non esser da meno di me, vuole far qualcosa. Dopo che avevo apparecchiato in sostanza tutto e stavo solamente aspettando che l’acqua bollisse, lei quieta e calma si alza dalla sua sedia. Senza proferire parola, lemme lemme, va verso le due presine appese ad un chiodo impiantato nel muro. Siccome gode d’occhi più acuti di quelli di un’aquila vede, questa furba, che la presina sottostante era più pulita che quella soprastante, ma non conosceva l’occulto segreto. Lei, fidandosi del suo istinto naturale, sceglie la presina più pulita per fasciare il piccolo manico del bricco e versare l’acqua bollente nelle due tazze. Io la guardavo e la lasciavo agire. Ad un certo momento, stringendo la piccola impugnatura della cuccuma, Maria lancia un grido di dolore: “Ahi, mi sono bruciata i polpastrelli!” Poveretta, quasi piangendo immediatamente se li inumidì con la saliva per lenire il dolore della scottata. Dovete sapere che le due presine, lavorate all’uncinetto da un’altra gran amica mia, erano fatte una a forma di pera ed una a forma di foglia d’edera. Di sicuro la bravaartista’, volendo ben evidenziare le nervature della foglia d’edera, le fece originare da un foro centrale ed esse andavano via via sviluppandosi dal centro agli orli. Per capirci, questa presina aveva tanti piccoli vuoti, che mettevano in perfetto risalto le nervature proprie della foglia d’edera. Ahi e di nuovo ahi, per la sfortunata Maria! Lei, con le sue dita delicate (senza protezione alcuna), involontariamente azzeccando alcuni centri dei vuoti, con forza strinse l’impugnatura di metallo infuocato dell’attrezzo. Io, facendo gli occhi da pesce, cercavo di nascondere sotto i miei baffi un ridere irrefrenabile, che non potevo frenare e mi morsicavo le labbra per non umiliare l’infelice sfortunata. Personalmente, già avevo patito la mia scottata e ben mi guardavo dal riusare quella presina e, quando l’adoperavo, la doppiavo. Non servendomene quasi mai, la presina sembrava nuovissima. Per questo motivo essa appariva immacolata. Immaginatevi la situazione nella mia cucina: un bell’incontro, una piacevole conversazione, un urlo di dolore, una nuvoletta di vapore acqueo, le lingue del fuoco che tentava di non spegnersi e Maria tutta un lamento. Una volta che la ‘fortuna’ aveva baciato Maria, mettendole a servizio un uomo disponibile, pronto a far tutto lui, lei, per far bella figura ed apparire più brava di me, con la sua vanità si fregiò della sua ‘medaglia’. Chi è causa del suo mal, pianga se stesso!

 




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