10 LA PRESINA CON I BUCHI
Si afferma che sono le donne che
inspirano gli uomini. È vero, perché una donna, almeno a me, ha favorito più di
un’ispirazione per fissare ‘nero su bianco’ avvenimenti fondati. Questa donna
‘musa ispiratrice’, oggi è venuta a farmici visita io sospetto per più motivi.
L’unico ammesso e confermato è stato quello che lei veniva a riprendersi un
cartoccio di mandarini (clementine), da me a lei regalati domenica appena
passata. Lei, quando ci siamo salutati e lasciati, era andata in oca di questo
pacchetto, dimenticandolo nella mia automobile. Quale ‘pretesto scusante’ della
sua visita per venire a riprenderselo, mi portò un maglione a giro collo ed una
tuta sportiva azzurra, in regalo. Viene chiaro come il sole che Maria non è una
tirchia, anzi, è generosa, ma si capisce che a lei interessavano molto quei
mandarini lì. Fatto questo, fatto quello, conversato di questo, conversato di
quello, dice: “ Mi offri una tazza di te?” “Sì”. Prendo dal lavello della
cucina una cuccuma, le do una risciacquata, tiro giù dalla vetrina due tazze
grandi, prelevo dalla credenza il barattolo dello zucchero e quello del te.
Siccome ero rimasto senza latte e avevo esaurito la scorta dei limoni, ho
cercato di salvare la situazione facendo opera di persuasione perché Maria bevesse
il te ‘corretto’ con il succo di mandarino (che è tanto buono). Lei, che è
un’innovatrice, fa sua questa mia teoria. Maria, così si chiama questa gran
amica, per non esser da meno di me, vuole far qualcosa. Dopo che avevo
apparecchiato in sostanza tutto e stavo solamente aspettando che l’acqua
bollisse, lei quieta e calma si alza dalla sua sedia. Senza proferire parola,
lemme lemme, va verso le due presine appese ad un chiodo impiantato nel muro.
Siccome gode d’occhi più acuti di quelli di un’aquila vede, questa furba, che
la presina sottostante era più pulita che quella soprastante, ma non conosceva
l’occulto segreto. Lei, fidandosi del suo istinto naturale, sceglie la presina
più pulita per fasciare il piccolo manico del bricco e versare l’acqua bollente
nelle due tazze. Io la guardavo e la lasciavo agire. Ad un certo momento,
stringendo la piccola impugnatura della cuccuma, Maria lancia un grido di
dolore: “Ahi, mi sono bruciata i polpastrelli!” Poveretta, quasi piangendo
immediatamente se li inumidì con la saliva per lenire il dolore della scottata.
Dovete sapere che le due presine, lavorate all’uncinetto da un’altra gran amica
mia, erano fatte una a forma di pera ed una a forma di foglia d’edera. Di
sicuro la brava ‘artista’, volendo ben evidenziare le nervature della foglia
d’edera, le fece originare da un foro centrale ed esse andavano via via
sviluppandosi dal centro agli orli. Per capirci, questa presina aveva tanti
piccoli vuoti, che mettevano in perfetto risalto le nervature proprie della
foglia d’edera. Ahi e di nuovo ahi, per la sfortunata Maria! Lei, con le sue
dita delicate (senza protezione alcuna), involontariamente azzeccando alcuni
centri dei vuoti, con forza strinse l’impugnatura di metallo infuocato
dell’attrezzo. Io, facendo gli occhi da pesce, cercavo di nascondere sotto i
miei baffi un ridere irrefrenabile, che non potevo frenare e mi morsicavo le
labbra per non umiliare l’infelice sfortunata. Personalmente, già avevo patito
la mia scottata e ben mi guardavo dal riusare quella presina lì e, quando
l’adoperavo, la doppiavo. Non servendomene quasi mai, la presina sembrava
nuovissima. Per questo motivo essa appariva immacolata. Immaginatevi la
situazione nella mia cucina: un bell’incontro, una piacevole conversazione, un
urlo di dolore, una nuvoletta di vapore acqueo, le lingue del fuoco che tentava
di non spegnersi e Maria tutta un lamento. Una volta che la ‘fortuna’ aveva
baciato Maria, mettendole a servizio un uomo disponibile, pronto a far tutto
lui, lei, per far bella figura ed apparire più brava di me, con la sua vanità
si fregiò della sua ‘medaglia’. Chi è causa del suo mal, pianga se stesso!
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