21 L'ASINO ALLA RISCOSSA*
Cera una volta un leone che
divenuto ormai vecchio, si era appartato in un posto fuori mano per esalare gli
ultimi respiri. Il caso, pestifero intrigante, volle che percorresse per quel
luogo lì un cinghiale, che tante volte, par salvarsi dai denti aguzzi del
leone, se l’era filata a gambe levate, per sfuggire a quel bestione, che voleva
mangiarselo. Poiché si era presentata questa favorevolissima opportunità di
vendetta, il cinghiale, con la testa ben eretta, con un portamento da bullo e
con arie spavalde, gli va vicino, gli grugnisce sul muso tutte le sue ire e gli
assesta un poderoso morso. ‘Piove sul bagnato’, dice un nostro vecchio detto
veneto e, guarda te, subito dopo passa di lì un toro che, anch’esso,
un’infinità di volte si era dato a corse precipitose per sfuggire a quel gran
dispotico. Nel ricordarsi dei tanti spaventi subiti, decise di fargliele pagare
tutte e subito e, così, senza tanti preamboli, gli conficcò un corno nella
pancia. Com’è vera la vecchia sentenza veneta ‘i pidocchi fanno pidocchi, i
soldi fanno soldi, la sfortuna fa sfortuna’ e chi l’avrebbe mai detto? Trascorsi
alcuni minuti, passa di lì un asino che, vedendo il suo più odiato nemico
ridotto agli stremi, pensa di vendicarsi di tutte le amare umiliazioni
costretto ad ingurgitare per tanti anni. Con lo zoccolo della zampa anteriore,
se la gode a lungamente raspare il terreno in segno d’attacco, alla maniera di
un gran artista cantore, con la sua stentorea voce raglia ai quattro venti
l’inizio della sua riscossa, agita il ciuffo della corta coda ai quattro punti
cardinali e, dopo, una volta giunto proprio vicino, girandosi col posteriore,
gli sferra una possente zoccolata, fracassandogli il cranio. Il leone, povero
disgraziato, raduna tutte le sue forze e, prima di perdere i sentimenti, gli
rinfaccia: “Che i forti mi abbiano umiliato, facendomi scontare le vecchie glorie,
di malavoglia le ho patite, ma, me infelice, subirle da te, avanzo
dell’imbratto degli scarti del mondo, è così umiliante che a me sembra come se
morissi due volte”!
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