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Antonio Balsemin Ve conto… IntraText CT - Lettura del testo |
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2 AURORA
Per Bacco, sono le sette del mattino (dell’otto di luglio millenovecentonovantasette) e un maleducato, a quest’ora, ha la sfrontatezza di svegliarmi! Guardate, con questo caldo, un caldo insopportabile ed arrivi fino al primo tocco dell’orologio o alle due della notte per poterti assopire lievemente, questo figlio di buona donna (salvando la mamma, che sarà sicuramente una santa) mi ha fatto sobbalzare dal letto! Chi era? Ma l’Aldo, faccia tosta! Lui vociava tutto agitato e, più che parlare, gridava: “Antonio, sono diventato nonno, sono nonno!” Io, addormentato profondamente, cercai di non fare la figura del tonto e con un lampo da genio dissi: “Sei nonno, un nonno di carne e ossa o sei un ‘nono’1 tipo una ‘savata’2 divenuta vecchia e consunta?” E lui, sempre con voce affannosa, continuava a dire: “Io sono nonno, nonno vero! Sonia ha avuto una bambina. Si chiama AURORA e siccome vale per due hanno aggiunto anche CATERINA”. Eh sì, a questo punto mi si sono aperte le palpebre come se si fosse alzato il telone del palcoscenico e all’improvviso tutto è apparso chiaro! Aldo si proclamava nonno, nonno autentico e non una scarpa consunta. A suo favore egli portava una testimone donna. Altro non ricordo perché, come detto, mi trovavo più nel mondo dei sogni che in questo. Gli avrò fatto delle congratulazioni, gli avrò detto qualche bella parola, insomma, l’ho sentito felice e contento. Finito tutto questo trambusto mi sono riaddormentato. Aldo è proprio un bravo e buon uomo e lui, andando per strade e piazze, di ‘capitello in capitello’ (modo locale di chiamare le ormai sparite osterie) offriva da bere a tutti in onore della nipotina e così facendo, non si accorgeva, poverino, che annunciava l’inizio della sua terza età ed il tempo di calzare i ‘noni’! Verso le nove mi sveglio e sorseggio un buon caffè. Dentro di me, però, mi mordeva un tarlo. Chi era mai stato, nella notte, a parlarmi in sogno? Forse un comune mortale o uno spirito? Il tarlo sarebbe stato questo. Una ‘persona’ mi avrebbe chiamato gridando: “Sono nonno, è nata una bambina! ” Io: “Che bello!” L’altro: “Ti passo la moglie”. Lei: “ Antonio, hai sentito? Sono diventata nonna!” Fine del sogno! Adesso, invece, ero sveglio e andavo pensando il da farsi. Pensa e pensa, decisi di inviare un telegramma. In fin fine, se avessi sognato o se si fosse trattato di una mia allucinazione, se quelli di su mi avessero domandato spiegazioni, mi sarei difeso assicurando che avevo scherzato. Però, se fosse stata la verità, avrei fatto gran bella figura! Così ho pensato, così ho fatto. Volevo salvare la situazione. Dopo qualche ora squilla il telefono e chi parla? Meno male, è la nonna Maddalena tutta giuliva e dice: “Antonio, è arrivato il telegramma. È una cosa unica. Grazie!” E così questa telefonata, per me che stavo agitato, è stata come l’acqua benedetta, che ha purificato ogni cosa. Non si trattava di un sogno ma di un fatto reale: era nata AURORA CATERINA.
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1 nòno (plur. nòni) s. m. = it., ciabatta, pantofole di panno per casa. (Candiago-Romanato, pag. 121). Nota. In dialetto veneto il vocabolo ‘i noni’ può indicare due cose completamente differenti, ‘i noni’ = un paio di ciabatte (pantofole, babbucce, anche, scarpe molto usate), oppure, ‘i noni’ = nonni, vale a dire, i genitori dei genitori rispetto al nato. 2 savàta, zavàta s. f. = it., ciabatta di pezza. (offensivo) Ti si na savata = Sei un buono a nulla. (Candiago-Romanato, pag. 163). |
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