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Silvano Tomasi – Gianfausto Rosoli
Migrazioni moderne

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CAPITOLO V. Studentato

 

1. Il corso degli studi teologici, a cui i professi debbono applicarsi dopo il noviziato, è quadriennale, ed abbraccia la teologia dommatica, secondo le dottrine di S. Tommaso, la teologia morale, secondo i principii di S. Alfonso de’ Liguori, il diritto canonico, la sacra Scrittura, la sacra eloquenza, la storia ecclesiastica, il canto Gregoriano e la sacra liturgia. Si deve aggiungere lo studio delle lingue necessarie all’esercizio del sacro Ministero.

2. I libri di testo verranno assegnati dalla Consulta. Lo stesso dicasi dell’orario delle scuole, il quale per altro potrà essere modificato dai Superiori Provinciali, secondo le esigenze dei varii paesi.

3. Alla fine di ogni anno gli studenti daranno un saggio delle materie studiate, alla presenza del Rettore, del Prefetto degli studii e dei Professori, i quali dovranno esprimere per iscritto il loro voto intorno alla capacità, alla diligenza e al profitto degli esaminati.

4. Terminato il corso quadriennale, ogni studente subirà l’esame di tutta la teologia morale per essere abilitato alla Confessione.

Ripeterà lo stesso esame nei due anni successivi alla presenza del Superiore locale e del Provinciale o di persona da lui all’uopo incaricata.

5. Il risultato degli esami verrà comunicato al Superiore Generale.

6. Quelli che avranno terminati gli studii dovranno anch’essi, fino a tanto che non sieno inviati alla Missione, frequentare come uditori le scuole.

 




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