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Silvano Tomasi – Gianfausto Rosoli Migrazioni moderne IntraText CT - Lettura del testo |
16 - Scalabrini a Rampolla 26
Rispondo tosto alla venerata sua del 23 corrente. Purtroppo si è dovuto chiudere non la Chiesa italiana, ma un inizio di Chiesa.
V.E. deve sapere che a New York si comperò sin dal primo anno una Chiesa protestante e la si convertì in Chiesa catt. dedicandola in onore del S. Padre a S. Gioachino. Una seconda se ne aprì proprio al porto, che a stento si regge. Una terza se ne volle incominciare nella contrada di Baxter Street, ove abitano 20 o 30 mila italiani. Io ero contrario, ma il sup. d’allora P. Morelli d’accordo con Mgr. Arcivescovo e appoggiandosi a larghe promesse, che non si mantennero, comprò il terreno e si pose all’opera arrivando a compiere il sotterraneo, cui colà chiamano basamento. Sopraggiunse la crisi e non si potea più andar avanti. Il P. Morelli scrisse a Propaganda, che non poté aiutarlo. I nostri coloni sono colà ricchi di buona volontà, ma poveri di mezzi. La padrona del terreno voleva essere pagata; Mgr. Arciv. non volle o non poté assumersi quei debiti e decise, lui col suo consiglio, che il basamento venisse venduto27. Più volte io scrissi a Mgr. Arciv. che guardasse, esaminasse l’amministrazione di Baxter Street; quando venne qui gliene parlai fortemente, ma egli era illuso e si compiaceva dell’opera di P. Morelli. Finalmente il 29 agosto 1893, fu deciso... Due anni fa tolsi a Morelli il Superiorato e lo sostituii col P. Vicentini, di cui lo stesso Mgr. Arciv. mi scrivea: P. Vicentini fu...
In questo fatto però è facile rilevare che se non sono aiutati non potranno riuscire.
Io mi sono spogliato di tutto.
Le accuse di liberalismo mi ferirono profondamente. Io abomino, E.mo, sopra ogni cosa abominabile ogni idea che si scosta dalle dottrine prettamente romane. In 20 anni di episcopato non dissi, né scrissi, né feci cosa che non fosse strettamente catt. papale. Non ho mai tollerato tra i M. chi pensasse diversamente. Anche ultimamente ricevei nell’Ist. un certo Politeo, raccomandatomi vivamente dal Can. Vitri e munito di commendatizie del C. Vic.. Ma la prima volta che manifestò un’idea men sana in filosofia, lo espulsi tosto dall’Istituto.
Sono tre anni che supplico per avere un padre Gesuita o due. Il S. Padre due anni or sono approvò la mia idea e mi disse di far sapere al G. che desiderava che mi si cedesse. Una parola di V.E. al Generale otterrà, certo, l’intento.
Nel resto i Missionari dipendono dai Vescovi. Accludo copia d’una lettera diretta ai V. d’Amer. del Nord e una stampata ai Miss.28 Da esse rileverà l’E.V. che è ai Vescovi che tocca indirizzarli, consigliarli, condurli come gli altri preti.
I bisogni sono urgenti. I protestanti lavorano. In New York vi hanno tre cappelle protestanti etc. che sono largamente soccorse. Ai nostri nessun pensa. Ma confido che sarà ordinata la colletta chiesta in una petizione al S. Padre da sei Card. Arc. e da una 50na tra Arciv. e Vescovi. Da solo non posso più andare avanti. Ho qui un Seminario...
Sottopongo alla saviezza ben nota di V.E. alcune rispettose osservazioni:
1. Dipendono dai Vescovi nella Diocesi dei quali esercitano il sacro ministero. Le spedisco copia di una lett. scritta agli Ordinari ove i Miss. si trovano ed una lett. stampata ai Miss. stesso.
2. Le accuse che si muovono presso la S. Sede mi fanno scorgere che vi ha dell’animosità.29 Ne denuncio una sola. Quando V.E. mi scrive che constava alla S. Sede che i Miss. erano affetti di liberalismo e che spargevano le idee dell’op. di M. Bonomelli io ne fui profondamente ferito.
3. I bisogni nostri sono urgenti? Se avessi avuto un po’ di aiuto il basamento di Baxter Street non sarebbe stato venduto. E i morali non meno...
4. Sono anni...
Con questo non intendo di far lagnanza. So che le opere di Dio nascono ai piedi della Croce e crescono provate col fuoco delle tribolazioni. Quando il S.P. mi diede incarico di pensare a questo bisogno, appresi vivamente le croci che mi sarebbero venute addosso e ne ebbi tale dolore da aver la febbre per due giorni continui. Ma non più: rimetto ogni cosa nelle mani di Dio e in quelle amorosissime del S. Padre. Io lavorerò, farò del mio meglio perché ogni cosa riesca a gloria di Dio ed a bene delle anime in aspettazione della divina misericordia.