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Silvano Tomasi – Gianfausto Rosoli Migrazioni moderne IntraText CT - Lettura del testo |
21 - Scalabrini a Corrigan50
Eccellenza R.ma,
Mi giunsero da New York varie lettere di italiani le quali contengono amare doglianze e anche minacce di tumulti, a motivo di non so quale capitale, che la Curia ecclesiastica, com’essi dicono, tiene in mano e che loro spetterebbe per la compera della Chiesa. Parlano altresì dell’intestazione legale della Chiesa stessa in modo che io poco arrivo a capirne.
Di tutto questo non avrei fatto mai conto, se da una lettera direttami ora dal P. Felice non rilevassi che qualche cosa di grosso c’è per aria. Mi scrive infatti: “Sono molto impensierito all’idea che possa nascere qualche serio contrasto fra la colonia italiana e l’amatissimo nostro Arcivescovo e non può credere il dolore che sento del dispiacere, che ne potrebbe a lui derivare. Preghi Ecc., preghi tanto e faccia pregare”.
Credo che siano timori esagerati. Ad ogni modo mi raccomando a lei, Mgre Veneratissimo. Vegga, ne la supplico, di trovar modo nella sua nota saviezza e carità, di aggiustare anche queste faccende, per modo che i desiderii degli italiani siano appagati. Ella che ha incominciato
con tanto zelo e con tanto coraggio a sostenere i nostri poveri emigrati, deh! voglia continuare ad essere loro padre.
Ben comprendo le difficoltà non lievi ch’ella dovrà incontrare nel governo di una Diocesi, dove le nazionalità sono tante e dove tante devono essere le gare, ma Dio non può mancare di compensarla della carità ch’ella avrà usato verso i più bisognosi de’ suoi figli.
Spero che i miei Missionarii non avranno in nulla demeritato della sua benevolenza; tuttavia desidero me ne dia notizie.
Gradisca i miei più affettuosi ossequii, mi raccomandi al Signore e mi creda,
Di V.E.
R.ma
Dev.mo e aff.mo servo e confr.
Gio. Battista Vescovo di Piacenza