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Silvano Tomasi – Gianfausto Rosoli
Migrazioni moderne

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35 - Corrigan a Scalabrini80

New York 10 Maggio 1891

Eccellenza Rev.ma

Nel periodico Il Catechista Cattolico, 15 aprile 91, l’Ecc.za V. pubblica una mia lettera relativa la Congresso Catechistico di Piacenza ed all’insegnamento della Dottrina Cristiana nell’Archidiocesi di New-York.81 Con tale atto l’Ecc.za V. volle onorarmi e credo volle forse obbligarmi a scrivere una seconda lettera sulla cooperazione del Clero nell’insegnamento catechistico: la ringrazio dell’onore che mi fece, e tengo ben volentieri la promessa di compiere la mia relazione: però mi auguro che il ceto colto d’Italia ne la mandi buona, e non guardi tanto pel sottile al mio lavoretto


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In America il Clero ha gravissime obbligazioni col popolo cattolico: nelle nostre regioni la Chiesa è povera a mo’ dei tempi Apostolici: non si conosce l’idea di beneficio ecclesiastico secondo il concetto dei sacri canoni: e forse da alcuni non si vagheggia l’epoca in cui andrà a introdursi tale disciplina. Alle generose largizioni del popolo è affidata l’onesta sostentazione del Clero; al cuore del popolo l’opera della carità; al sentimento del popolo è affidata la scuola: tutto in una parola dipende dalla coscienza dell’uomo cattolicamente educato. Donde ne consegue che il popolo giustamente ha delle esigenze non comuni, e vuole che il Clero faccia il suo possibile per corrispondere a tanta generosità, e nulla lasci a desiderare sia per ciò che riguarda il culto, sia per ciò che si attiene al sacro ministero.

Di qui è ben facile comprendere quanto sia difficile in America la posizione di un sacerdote sul quale pesa anche il solo sospetto di qualche fallo: il popolo non si rassegna tanto facilmente ad accordargli fiducia; e quando questa viene a mancare, manca tutto.

E tra le molte esigenze del popolo cattolico in America, principalissima è quella che riguarda l’educazione dei figliuoli nei rudimenti della dottrina cristiana: ed il Clero per corrispondere al buon volere e alla legittima esigenza dei genitori, fa del suo meglio a ché l’istruzione catechistica sia impartita ai giovanetti con tanta cura ed ampiezza che maggiore sarebbe impossibile desiderare.

Oltre il sacerdote stabilito a bella posta per sorvegliare le scuole parrocchiali e specialmente ciò che si attiene all’insegnamento catechistico (come già esposi nell’altra mia), oltre il Rettore della rispettiva parrocchia, che due o tre volte la settimana visita le scuole per esaminare i giovanetti sulle verità della fede, è disposto ancora che in ciascuna Domenica gli alunni e le alunne partano dalla scuola due per due in ordine, accompagnati dai relativi insegnanti e si rechino alla Chiesa per assistere alla Messa: indi tornino regolarmente in iscuola, ove il Rettore od altro Sacerdote  all’uopo delegato, loro una lezione di catechismo più ampia e più elevata.

Gli alunni giunti all’età di dodici anni, secondo la consuetudine vigente nell’Archidiocesi, si dispongono per essere ammessi alla prima Comunione. A tale effetto un Sacerdote per tre mesi continui è destinato a prepararli: tre volte in ciascuna settimana per due ore continue gl’istruisce, gli esamina e non si ammette alla prima Comunione chi non sa a memoria tutto il Catechismo approvato nell’Archidiocesi. A dir vero in questo punto si ha una certa severità, appunto perché gli alunni abbiano uno stimolo maggiore ad imparare la Dottrina Cristiana: poiché sarebbe gravissimo disonore il non essere ammesso alla prima Comunione, raggiunta l’età stabilita dalla consuetudine locale.

  


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In questi giorni ebbi il piacere di assistere alla prima Comunione e di conferire la Cresima agli alunni ed alle alunne appartenenti alla parrocchia della Cattedrale. So che in Italia il giorno della prima Comunione è qualche cosa di solenne, di commovente: ma anche in America, in queste regioni di Missioni, la prima Comunione forma la più tenera della cerimonie, il ricordo più solenne delle famiglie cattoliche: ardisco presentarne all’Ecc.za V. un abbozzo perché sia informata anche su tale riguardo.

Il 9 Maggio alle otto del mattino dalla scuola parrocchiale uscivano duecento alunni ed altrettante alunne che preceduti da circa quaranta bambini vestiti di bianco, con stendardi, con fiori si recavano processionalmente alla Cattedrale con esempio di rara modestia. I giovinetti in abito nero uniforme, con una sciarpa di seta rossa a tracolla che fermata con un nodo al fianco destro discendeva riccamente sino al ginocchio; le giovinette in vesti bianche, candide, con un ricco velo bianco che discendeva sino a terra formavano uno spettacolo commoventissimo; lungo le vie tutti si affollavano per ammirare in essi ciò ch’è la creatura quando è vicina a Dio. Buona parte dei passeggieri attratti da quella vista, li seguivano nel tempio per assistere alla tenera cerimonia  e per partecipare alle pure gioie che solo la Religione Cattolica può ispirare al cuore umano. Forse non pochi protestanti in quel momento avranno veduta più bella, più luminosa la fede ed avranno gustato le dolcezze del Cristianesimo nel tempio cattolico.

Però quello che più mi sembra notevole in tale circostanza è il concetto, il grave interesse che sente ciascuna famiglia la quale in quel giorno ha un figliuolo o una figliuola alla prima comunione: fin dal in cui le viene partecipata l’ammissione del figliuolo alla prima Comunione, si sente altamente onorata, e si fa un dovere ringraziare il Rettore od altri. Quindi si pensiero perché in quel giorno tutto vada regolarmente; sia perché nulla manchi al figliuolo, sia perché è giorno di rimembranza solenne nella famiglia. Tutti devono assistere alla bella cerimonia nella Chiesa, e si godono ammirare la pietà, la modestia della figliuola che per la prima volta si accosta a ricevere il gran Sacramento. Quel giorno è giorno di fiori, è giorno di festa, ed alle volte è il giorno in cui la pietà del figliuolo risuscita in seno alla famiglia il sentimento della Religione, della virtù. E perché nella famiglia resti perenne la memoria dolcissima di tal giorno, ciascuno degli ammessi alla prima Comunione nelle ore pom. torna nella Chiesa per indossare lo scapolare del Carmelo, e poscia va a posare in un stabilimento fotografico, per poter conservare nell’album della famiglia il suo ritratto, e, addivenuto adulto, ricordare il giorno della prima Comunione. Questo sentimento che io sempre notai attentamente nelle


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famiglie cristiane ha un’importanza gravissima ed un risultato ottimo: poiché non solamente rivela la vitalità della fede cattolica, ma ancora opera efficacemente sul cuore del giovinetto, insinuandogli pensieri altissimi di riverenza, di amore verso il Sagramento.

Chiudo queste notizie significando all’Ecc.V. che in questi giorni dovrò porre due prime pietre: cioè del Seminario di New-York, e della nuova Chiesa Italiana iniziata per opera dei Missionari Piacentini;82 quella riguarda gli Americani; questa la sua carissima Italia, e principalmente l’Ecc. Vostra. Faccia Iddio che l’opera dei suoi figli arrechi il frutto desiderato.

Rinnovando all’Ecc. Vostra i sentimenti della mia sincera amicizia, ho il piacere di raffermarmi

Dell’Ecc.V. Rev.ma Ill.ma
Mons. Scalabrini
Vescovo di Piacenza

Aff.mo Dev.mo Servo
Michele Agostino
Arciv. di Nuova York

 




80 Lettera pubblicata in Il Catechista Cattolico, Periodico del Comitato Permanente del Primo Congresso Catechistico, Anno XV, Nuova Serie, vol. III, (15 giugno, 1891), 331-334. Piacenza: Tipografia Vescovile Giuseppe Tedeschi, 1891.



81 Cfr. nota 63.



82 Il 27 settembre 1891 fu aperta al culto la cripta (basement) di una chiesa per gli italiani dedicata al Preziossimo Sangue in Baxter Street, nella parte bassa di Mahattan.






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