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Silvano Tomasi – Gianfausto Rosoli Migrazioni moderne IntraText CT - Lettura del testo |
IV.Cause dell’emigrazione e sua meta.
Le cause che determinano l’emigrazione e la fanno aumentare di anno in anno, altre sono di ordine morale, altre di ordine economico, generali e particolari, e riflettono il benessere fisico e quella smania tormentosa di subiti guadagni, che ha invasa la fibra italiana dalle classi più alte a quella che sta al piede della scala sociale, formata dalla immensa turba dei diseredati.
Le mutate condizioni dei tempi e del vivere civile, i bisogni aumentati non in rapporto alle ricchezze, il desiderio naturale di migliorare la propria posizione, la crisi agraria che pesa da anni sui nostri agricoltori come una cappa di piombo, il carico veramente enorme dei pubblici balzelli, che gravita sull’agricoltura e sulle piccole industrie e le schiaccia; a tutto questo si aggiunga il fuoco che le tre male faville, di cui parla Dante, hanno acceso ne’ cuori, e avremo appunto le cause della emigrazione, che io mi accontento di accennare appena, perché scopo del presente opuscolo non è di trovar modo di impedirla, ma bensì di sorreggerla, di illuminarla, di dirigerla coll’opera e col consiglio, affinché torni di vantaggio agli emigranti e di decoro all’Italia nostra.
Più conveniente pertanto sarà il cercare la meta a cui tendono i nostri emigranti.
All’ingrosso si sa da tutti che il centro della emigrazione italiana è l’America. Sono quelle vaste pianure incolte, concesse dai governi
o dalle società in enfiteusi o in proprietà per un nonnulla, paragonato al valore delle nostre terre, che esercita sui nostri contadini un vero fascino; è l’attività febbrile delle città dell’America del Nord, ove tutte le idee trovano un esperimentatore, tutte le proposte un capitale, ove le fortune si fanno e si disfanno con una rapidità vertiginosa, che attrae irresistibilmente tutti quelli fra gli emigranti che cercano la loro fortuna negli affari aleatori; è là nelle Americhe insomma, o nel silenzio infinito delle pampas o nel tumulto delle città, che cercano la ricchezza, la pace, la gloria, l’oblìo, e qualche volta la riabilitazione, l’onestà e l’ingegno sfortunato o irrequieto, la sventura o la colpa di chi è costretto ad abbandonare il paese natio.
Questo si sa, e da tutti, e la statistica ce lo conferma con chiarezza e precisione matematica.
Le partenze per l’America di cittadini italiani nell’ultimo decenni furono le seguenti:
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Ora se paragoniamo queste cifre a quelle già date più sopra, noi vediamo che,
salvo frazioni piccolissime, il cento per cento della nostra emigrazione
permanente va in America.