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Silvano Tomasi – Gianfausto Rosoli Migrazioni moderne IntraText CT - Lettura del testo |
IV
Signori, se m’è lecito dal passato trarre gli auspici per l’avvenire, e più se penso alla pietà e generosità dei buoni, io non dubito punto del prospero risultato di un’opera così gigantesca.
Lo ripeto, o signori, i bisogni sono grandi e sono urgenti; e ne è prova l’essermi io, non ostante le mie deboli forze, fatto pellegrino per le terre d’Italia, appunto per invocare in loro favore la cooperazione dei buoni che non può mancare quando la si invoca in nome della Religione e della Patria.
Rinnovo pertanto all’Italia l’appello che già altre volte e non invano le rivolsi: l’arringo che io addito al pensiero e all’azione del Clero e del Laicato italiano, è grande, nobile, intentato, e possono trovare in esso un posto condegno, tanto l’obolo della vedova quanto l’offerta del ricco; l’umile attività delle anime tranquille, come l’impeto generoso degli spiriti più ardenti.
Per amore dei lontani connazionali studiamoci stringere sempre più i vincoli di quella solidarietà fraterna che afforza i deboli ed i forti rende invincibili.
Signori: è dovere di cattolici e d’italiani l’adoperarsi perché quanti sono fratelli al di là dell’Oceano, abbiano tutti ad avere la stessa fermezza, lo stesso entusiasmo, la stessa divisa.
Non sono molti anni, vi furono tentativi incredibili per americanizzare, se così posso esprimermi, i nostri fratelli emigrati d’Europa. La Religione e la Patria hanno pianto la rovina dei rispettivi figli, perdendo l’una e l’altra a milioni quelli ai quali avevano data la vita civile e religiosa.
Un popolo solo poté resistere, perché guardato e protetto dalla madre patria, seppe tener alto il vessillo, su cui era scritto: La nostra Religione - la nostra Lingua - e la nostra Patria.
RELIGIONE E PATRIA: queste due supreme aspirazioni di ogni anima gentile, si intrecciano e si completano in quest’opera d’amore e di redenzione che è la protezione del debole e si fondono in un mirabile accordo.
Le miserabili barriere elevate dall’odio e dall’ira scompaiono, tutte le braccia si aprono ad un fraterno amplesso, le mani si stringono calde d’affetto, le labbra si atteggiano al sorriso e al bacio, e tolta ogni distinzione
di classe o di partito, appare in essi bella di cristiano splendore la sentenza: “Homo homini frater”
Possano queste mie parole essere seme di opere egregie, che ridondino a gloria di Dio a bene delle anime, a decoro del paese a sollievo degli infelici e dei diseredati.
RELIGIONE E PATRIA! Questi due supremi amori dei nostri avi, queste due potenti aspirazioni di ogni anima gentile; queste due corde vibranti all’unisono in fondo di ogni cuore bennato si intrecciano e si rafforzano in quest’opera d’amore che è la protezione del debole e, come figlie dello stesso padre, si abbracciano e si danno scambievole aiuto. Bella e santa fanno ai nostri cari la vita e ad egregie cose il forte animo accendono.
RELIGIONE E PATRIA! E le fronti si levano serene, e le labbra si atteggiano al sorriso e più fulgido sul nostro orizzonte brilla il sole della vera libertà.
RELIGIONE E PATRIA! E all’ombra di questo vessillo tacciano le ire, scompaiano le divisioni, si stringano le destre, riposino le famiglie, grandeggino i popoli e corrano al trionfo.
Odo le nazioni prorompere in un inno, a cui rispondono i cieli. È l’inno sempre antico e sempre nuovo del nostro immortale Poeta:
Tutti fatti a sembianza d’Un Solo;
Figli tutti d’un solo Riscatto
In quell’âra, in qual parte del suolo
Trascorriamo quest’aura vital,
Possa l’ITALIA sinceramente riconciliata con la SEDE APOSTOLICA, emulare le antiche sue glorie, ed un’altra aggiungerne imperitura, avviando sui luminosi sentieri della civiltà e del progresso anche i suoi figli lontani.
Ho finito.
A tutti i buoni che concorsero all’opera di redenzione, di cui finora ho parlato, a quelli che vi si aggiungeranno per l’avvenire; ai miei Sacerdoti, che sparsi pel nuovo mondo, soffrono, combattono e pregano; a voi che oggi mi avete onorato della vostra presenza, signori e signore, in nome della Religione e dei fratelli lontani, dall’intimo del cuore io dico grazie! Dio vi prosperi, vi benedica, vi salvi!