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Silvano Tomasi – Gianfausto Rosoli
Migrazioni moderne

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13 - Scalabrini a Rampolla 21

 

Piacenza, 25 Maggio 1893

E.mo Principe,

La gravissima accusa palesatami da V. E. nella ven. sua del 4 p.p. Aprile, a carico di alcuni Missionarii, mi recò vivo dolore, sebben avessi motivo di crederla priva di fondamento. Scrissi immediatamente al Provinciale dei Missionarii stessi, uomo pio, prudente, assennato e di principii schiettamente e prettamente romani, il quale mi ha risposto colla lettera, cui mi reco a dovere d’inviarle colla presente.22

Ho fatto esaminare poi tutti i registri della Casa Madre, nei quali si tien nota di tutti gli oggetti e libri che gli alunni portano seco


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entrando nell’Istituto e tutti quelli che loro si consegnano quando partono per l’America. Or bene, ho il piacere, Eminenza, di poterla assicurare, che nessuno degli alunni suddetti ha portato seco il malaugurato opuscolo, cui ella accenna. Anzi il Superiore della casa mi dichiarò nel modo il più esplicito di non averlo mai sentito da essi ricordare né direttamente né indirettamente, segno che nemmeno lo conoscevano.

Ho motivo di credere che si attribuiscano talvolta ai Missionarii miei le storte opinioni e le male opere di preti scappati in America, i quali per fini facili a supporsi, si vantano dell’Istituto di Piacenza e ne usurpano il nome. L’E.mo Simeoni di santa memoria lo verificò più di una volta, me lo disse egli stesso.23

Che la persona che riferiva a V. E. lo abbia fatto a fin di bene, per errore, per malignità, per interesse, o per altro, sallo Iddio. Questo è certo che la calunnia qualche cosa ottiene sempre e, Dio non voglia che lo abbia ottenuto anche questa volta.

Ad ogni modo se V. E. ha in mano dati positivi al riguardo, voglia, ne la prego, indicarmeli, notificandomi, se non altro in qual parte d’America, in quale città siansi sparse le deplorevoli idee lamentate. Dal canto mio sono pronto e risoluto di richiamare immediatamente i colpevoli e di espellerli dalla Congregazione.

Ma l’E.V sa meglio di me che le accuse affatto generali mosse a un corpo con le frasi alcuni, taluni servono a nulla e a nessuno. Attendo pertanto una risposta per mia norma. Le bacio umilmente la S. Porpora e coi sensi della venerazione più profonda mi raffermo

Di V. E. R.ma
Dev.mo Oss.mo Obbl.mo servo
Gio. Battista Vescovo di Piacenza




21 AGS AB 02-15/13 (trascrizione); ASV, SS, ibid. ff. 123.124. L’accusa mossagli dal cardinale nella lettera del 4.4.1893 “a carico di alcuni missionari” gli ha recato vivo dolore. Invia a Rampolla la risposta del Superiore Provinciale, Domenico Vicentini, a un suo foglio in cui chiedeva informazioni in proposito. Ha fatto esaminare tutti i registri della Casa Madre di Piacenza, ma non risulta che qualche alunno abbia portato con sé in America “il malaugurato opuscolo” (Roma e l’Italia e la realtà delle cose) di Bonomelli. Aggiunge: “Ho motivo di credere che si attribuiscano talvolta ai missionarii miei le storte opinioni e le male opere di preti scappati in America i quali per fini facili a supporsi si vantano dell’istituto di Piacenza e ne usurpano il nome. L’E.mo Simeoni di santa memoria lo verificò più di una volta, me lo disse egli stesso”. Chiede “in qual parte d’America in quale città siansi sparse le deplorevoli idee lamentate”.



22 Il provinciale in questione era P. Domenico Vicentini. Nella sua lettera a Scalabrini, P. Vicentini poteva negare assolutamente che i missionari sostenessero opinioni contro il potere temporale; essi erano anzi avversati dai liberali proprio perché sostenevano l’opinione contraria. Né le loro associazioni avevano mai partecipato ai festeggiamenti del XX Settembre, come avevano fatto invece altre associazioni di parrocchie italiane (ASV, SS, ibid. ff. 125-126).



23 Scalabrini indica chiaramente metodi e abusi adottati nell’usurpare l’appartenenza alla sua congregazione sia dai preti transfughi in America che dai denigratori che diffamando i suoi missionari miravano a colpire piuttosto la sua persona come facevano gli intransigenti. Dalla documentazione vaticana emergono “zelanti” segnalazioni a Rampolla di Salesiani residenti a Montevideo (quali Giovanni Cagliero, Luigi Lasagna e altri) in merito alla diffusione delle idee di Bonomelli, ma i nomi indicati non erano di membri della Congregazione Scalabriniana. Si trattava di un giovane professore del seminario di Cremona, non indicato, e del can. Peracchi, redattore del giornale cattolico piacentino “L’Amico del Popolo” e autore di vari resoconti sulle condizioni degli emigrati in America (ASV, SS, 1894, ibid. 127-133 rv.).

Sui collegamenti tra Opera dei Congressi e movimento cattolico in Uruguay, cfr. S. Tramontin, L’Opera dei Congressi e i suoi contatti con gli italiani all’estero, Studi Emigrazione, n. 115 (sett. 1994), pp. 545-556.






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