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Silvano Tomasi – Gianfausto Rosoli Migrazioni moderne IntraText CT - Lettura del testo |
2 - Corrigan a Scalabrini11
New York, 28 Ottobre 1887
Monsignore Veneratissimo
Sono diverse settimane che non ho scritto all’E.V. per ringraziarla della lettera graditissima, e della cortesia Sua nell’inviarmi il “Catechista Cattolico”. Diversi poi furono i motivi di questo silenzio, e prima di tutto volli sentire da due sacerdoti Italiani come si potesse introdurre qui fra noi, il periodico predetto. Finora non mi hanno dato risposta, e disgraziatamente uno ora è morto. Per me e per gl’Italiani di questa città, fu una perdita immensa irreparabile.
D. Emiliano Ferrari12 Pallottino tedesco di nascita, ma domiciliato per molti anni in Piemonte, fu per i poveri emigrati italiani un vero apostolo. Nel breve spazio di tre anni, fece più ch’io non oserei mai sperare, fabbricando una chiesa grande e bellissima, un Presbitero
assai modesto; mentre radunava e portava ai S. Sagramenti i cinque mila napoletani e calabresi che gli stavano d’intorno.
Andò recentemente in Italia, ed alcune Suore dovettero venire fra poco, prima del S. Natale per educare i fanciulli. A questo scopo fabbricava apposta una scuola parrocchiale, alta cinque piani; ma pochi giorni fa quest’edifizio cadde ad un tratto, e il parroco restò così ferito che il giorno appresso spirò.
Mai ebbe promesso che con gran piacere servirebbe pel “Catechista Cattolico”, e vorrebbe averne degli esemplare per i ragazzi della scuola. Il Signore lo ha preso con grandissimo dolore nostro, che non abbiamo nessun simile a cui fidare queste tante anime!
Molte volte di discorreva D. Emiliano della differenza grande che passa fra le regioni favorite, dove come dice bene V.E. “Si sente ancora l’alito di S. Carlo Borromeo” e le regioni meridionali d’Italia, la distinzione è ben giusta e l’ammetto senza dubbio.
Ma la sorte infelice degli Emigrati è sempre tale da eccitare simpatia. Non vorranno frequentare le chiese nostre questi ben 90.000 che stanno in città. Non proponiamo di fabbricare delle chiese per loro esclusivamento: ed intanto l’oro Protestantico gli affolla ed ingoja.
Finora eccetto questo prete straniero, nessun sacerdote della sessantina o settantina che è stato qui, ha fatto molto per la gente loro, cioè abbiamo una chiesa cosiddetta Italiana, ma veramente Irlandese. È la Chiesa dei PP. Francescani. Gli altri sacerdoti italiani vennero in America per far fortuna.
Le accludo £. 150 per avere degli esemplari del Catechista.
Si degni di pregare per i nostri italiani e ci conservi la nostra Sua benevolenza preziosa.
Sono Eccellenza
Dev.mo Servo Suo
P.S. Se V.E. stabilirà un seminario per le missioni Estere, io ben volentieri ne sarei patrono, almeno fino al punto di pagare i posti di due o tre alunni. Sono tanti gli appelli alla carità dei fedeli nostri che non potrei aspettare ajuti da loro. Abbiamo l’anno venturo a cominciare a fabbricare il Seminario Diocesano.
Qui ancora abbiamo da cominciar dal principio e creare tutto quanto occorre, chiese, scuole, ospedali ect. E mentre i fedeli nostri facciano tutte queste cose per loro stessi, è difficile domandar loro i mezzi necessari per ajutar gl’Italiani specialmente quando questi non vogliono far nulla.
Anche D. Emiliano non poté riuscire se non con l’ajuto efficace degli Irlandesi.