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Silvano Tomasi – Gianfausto Rosoli Migrazioni moderne IntraText CT - Lettura del testo |
4 - Scalabrini a Corrigan15
Piacenza, 7 Gennaio 1888
Eccellenza Rma,
Iddio la benedica, Ven. Mgre, e la compensi largamente della esimia carità con la quale incoraggia l’opera della evangelizzazione degli italiani emigrati.
Io le sono immensamente obbligato e parmi che ci intendiamo perfettamente sopra del nostro argomento, come ci intenderemmo in ogni cosa, e se io non fossi, per ogni riguardo, di tanto inferiore a V.E. Rma, direi che siamo vecchi e sinceri amici.
Fui a Roma nel passato Novembre, ove ebbi la sua dell’Ottobre,16 che lasciai nelle mani dell’Emo Simeoni.17 Vennero stabilite varie cose a favore degli emigrati, tra le quali la fondazione in Piacenza di un Istituto Apostolico di Missionari per gli stessi emigranti e specialmente per quelli d’America, nessuna parte esclusa. L’Istituto è già aperto e già vi sono entrati 5 sacerdoti e parecchi altri domandano di entrarvi; ma io vado molto a rilento nell’accettazione, volendo soggetti veramente spiritu Christi ducti, che colla santità della vita e collo zelo rialzino il morale dei nostri connazionali e il prestigio del clero italiano.
Nell’istituto si studia la lingua inglese e la spagnuola, oltre una ripassatura delle scienze sacre.
Il progetto18 dello zelante e caro padre Marcellino, cui raccomando tanto tanto a V.E. Rma, è buono e in avvenire potrà, secondo le circostanze, adattarsi, ma per ora conviene non parlarne, e convergere tutte le forze nell’attuazioni delle disposizioni prese, che verranno, spero tra breve, comunicate a tutto il Venerando Episcopato Americano con una lettera del S. Padre, il quale si è mostrato vivamente interessato nel nostro importantissimo affare.
Credo che V.E. avrà a quest’ora ricevute le copie del Catechista Cattolico. Possa questo umile, ma caro periodico, servire a bene e produrre in America quei frutti di vita che ha prodotti qui!
Unisco alla presente copia del Breve del S. Padre19 e un compendio del Regolamento pei missionari, perché V.E. abbia cognizione di ciò che si vuol fare. Il resto le sarà spedito a tempo opportuno per sua norma e governo.
Dovrei scrivere le stesse cose al P. Marcellino, ma a nol faccio, pensando che sarà per lui una grande consolazione l’udirle da V.E. Rma, suo amato e venerato Pastore.
L’abbraccio in osculo sancto, mi raccomando alle sue orazioni e mi raffermo
Di V.E. Rma
Devmo Affmo confr.