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Silvano Tomasi – Gianfausto Rosoli
Migrazioni moderne

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6 - Scalabrini a Corrigan22

 Piacenza, 27 Febbraio 1888

 Eccellenza Reverendissima,

Ebbi la cordialissima sua del 10 corrente Febbraio, accompagnata dalla generosa offerta di L. mille pel nostro Istituto. Mi sento impotente a ringraziarla quanto vorrei, ma anche l’affetto e la gratitudine è buona moneta, ed io con questa intendo, ottimo Monsignore, di pagarla.

Spero che a quest’ora il buon P. Marcellino le avrà esposto le mie idee intorno ai Missionari da inviarsi a New York.

Entro alcuni mesi conterei di spedirgliene tre, e di più un fratello catechista; ma occorrerebbe che vi fosse costì una casa per l’alloggio, dovendo far vita comune possibilmente; e una chiesa, sia pure per ora un abbassamento o sotterraneo, ove potessero esercitare liberamente sempre sotto l’assoluta dipendenza di Vostra Eccellenza Reverendissima, il sacro ministero. Qualora fosse possibile, conveniente e prudente il sottrarre gli Italiani alla giurisdizione parrocchiale e affidarne la cura spirituale ai nostri Missionari, ogni cosa riuscirebbe a meraviglia. Ma il giudizio di ciò spetta a V.E. ed ella farà quello che stimerà opportuno in Domino.23

Quanto a me, desidererei proprio che ella, venerando Monsignore, che gode meritatamente tanta stima presso la Santa Sede, fosse il primo dei Vescovi Americani ad aprire una casa dei nostri preti. È un’opera che abbiamo quasi fatta insieme, mentre ella si degnò di incoraggiarmi sin da principio e promettermi il suo alto patrocinio.

Dalla casa di New York, i Missionari crescendo in seguito di numero, potrebbero diffondersi come da una centrale nelle altre diocesi, che ne facessero domanda. A New York poi si potrebbe anche, secondo me, aprire qualche scuola pei figli degli Italiani, qualche asilo diretto


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da religiose; costituire dei comitati di patronato pei nostri emigrati sull’esempio dell’Associazione di S. Raffaele pei Tedeschi,24 e come si pratica per gli Irlandesi.

La prego, Ecc. Reverendissima, di farmi sapere con tutto suo comodo, se e in qual epoca sarà attuabile l’impianto di detta casa, per sapermi regolare circa la prima spedizione. Anche dall’Episcopato Italiano l’opera è accolta molto favorevolmente. Spero che il Signore ci aiuterà.

Mi raccomando, Venerando Monsignore, alle sue preghiere e rinnovandole i sensi della mia gratitudine più viva, godo affermarmi,

di vostra Eccellenza Reverendissima,

Dev.mo servo e confr. aff.mo
Gio. Battista Vescovo di Piacenza.

 

 




22 AGS EB 01-03 (fotocopia dell’originale in AANY).



23 Nella lettera di Propaganda Fide a Mons. Ireland (25 novembre 1887, ASCPF, Collegi d’Italia, Piacenza, f. 1387) veniva detto che era “mens” del Sommo Pontefice che il ministero dei sacerdoti da inviarsi da Mons. Scalabrini fosse libero e indipendente da ogni giurisdizione parrocchiale, con parrocchie separate,  ma sotto la direzione del Vescovo.



24 La Società di S. Raffaele fu fondata a Mainz, Germania nel 1871 da Peter Paul Cahensly (1838-1923) per la protezione degli emigrati cattolici tedeschi, nei porti di partenza, durante il viaggio e nei porti di arrivo, specialmente negli Stati Uniti. Sviluppò filiali in vari paesi europei e un ufficio a New York nel 1883. Mons. Scalabrini si ispirò a questa Società per la sua Associazione di Patronato per la emigrazione italiana: cfr. G. B. Scalabrini, Dell’assistenza alla emigrazione nazionale e degli istituti che vi provvedono. Rapporto alla Esposizione di Palermo. Piacenza, 1891, pp. 13-14.






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