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Silvano Tomasi – Gianfausto Rosoli Migrazioni moderne IntraText CT - Lettura del testo |
42 - Scalabrini a Corrigan101
Piacenza, 9 Settembre 1893
Eccellenza R.ma,
l’affetto che io già sentiva grandissimo verso l’E.V. mi si è raddoppiato ora, pensando ai dispiaceri e alle noie, che deve aver provato in questi ultimi anni per causa del disgraziato affare del P. Morelli. Io non le scrissi mai, perché non volevo influire menomamente sulla decisione che V.E. avesse creduto di prendere in proposito. Ora che Ella mi notifica, con parola tanto riguardosa e delicata, l’esito infelice della cosa, non voglio tardare un istante a ringraziarla di tutto e ad esprimerle tutta la mia riconoscenza.
Quella notizia mi ha certo recato grave dolore, ma mi consolo al pensiero che Dio saprà dal male cavare il bene. Io mi confermo sempre più nell’idea, che i Missionari debbano in tutto e per tutto dipendere dai Vescovi, che li ammettono nelle loro diocesi. Questo è anche uno dei punti principali della Regola, e il Morelli che non l’ha osservata ne porta e ne fa portare a noi tutti la pena. Sia fatta la volontà di Dio! Spero che ciò servirà di lezione agli altri, e che il P. Vicentini non farà mai nulla senza il di lei beneplacito. Del resto se non potranno i Missionarii avere il basamento, basterà una stanza, una cappella in legno, se pure V.E. permetterà che proseguano in quella parte la Missione. Purché facciano del bene e salvino molte anime, ogni cosa deve bastare.
A dirgliela in confidenza, ottimo Mgre, non sono senza qualche inquietudine riguardo al P. Bandini. Egli dice di dipendere assolutamente
da V.E. come segretario della Società di S. Raffaele e quindi non si sa precisamente in quale condizione finanziaria si trovi. Ella pertanto mi farebbe un grande favore se lo chiamasse e lo obbligasse a mettere in chiaro lo stato suo finanziario, dando quelle disposizioni che crederà del caso. Io sono contentissimo che dipenda da V.E. direttamente, come devono dipendere tutti gli altri, ma non vorrei che pel Bandini fosse un pretesto per sottrarsi alla dipendenza di tutti e due, riservandosi poi di ricorrere a tutti e due quando non sapesse più come rimediare al mal fatto.
Se ne ha l’occasione, mi ricordi con riverente affetto all’antico suo Segretario, ora vescovo di Brooklyn, e gli dica che se viene in Italia, come ho sentito, lo rivedrei qui tanto volentieri.
Non mi resta che di raccomandare me e i miei Missionarii alle sue orazioni e di raffermarmi, come faccio, con particolarissima venerazione,
Di V.E. R.ma
Aff.mo Confr. e Amico
Gio. Battista Vesc° di Piacenza