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Silvano Tomasi – Gianfausto Rosoli
Migrazioni moderne

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 46 - Corrigan a Scalabrini106

 New York, 22 Novembre 1893

 Monsignore Veneratissimo,

Le cose della Chiesa del PP. Sangue stanno sempre in statu quo. Il proprietario ne ha preso possesso, e benché i Missionarii vi stiano pel momento, non possono restare a lungo.

Quanto a P. Morelli, ho creduto opportuno togliergli l’amministrazione tanto spirituale quanto materiale della Chiesa di S. Gioacchino, sostituendovi il P. Giuseppe Strumia.107 Mi disse il P. Vicentini che questi vi andrebbe, e che il P. Morelli sarebbe poi partito, senza fallo. Ma ora, il P. Strumia non vuole recarsi, se non dopo la partenza del predecessore, ed esso non consente a muoversi, se non riceva prima una garanzia che io assumi la responsabilità di tutti quanti i debiti da lui contratti. Questo poi non farò, - troppa grazia Sant’Antonio! perché nei conti vi è un Deficit di scudi 25.000, che non si spiega. Non dico nulla contro il Rev. Padre; ma non posso farmi mallevadore di debiti di cui non so nulla.

Il Padre Provinciale si lagna del P. Sandri. Io, poi, ho avuto reclami contro di lui. Sembra poco ubbidiente, e forse un po’ debole riguardo al sesso.

Gli altri Missionari, in quanto ho potuto sapere, fanno del bene. Gli manca l’esperienza delle cose finanziarie. Così p.e., tanto la Chiesa di S. Gioacchino, quanto la Casa di S. Raffaele stavano sul punto di essere vendute all’asta, perché l’interesse delle ipoteche non si pagava a tempo. Queste cose non dovrebbero mai aver luogo, specialmente dopo la disgrazia e la vendita dell’altra Chiesa: la seconda disgrazia simile accaduta in più di cento anni. Si figuri, tre vendite imminenti in un sol mese, e tutte e tre senza scusa. Non lo dissi a P. Bandini, per motivi prudenziali: ma ho dovuto pagare scudi 2.000 del mio proprio, per scansare la disgrazia che minacciava.

Mi compatisca, Eccellenza Carissima, questa serie dolorosa di fatti. Agiscano i Missionarii nelle cose temporali, come i nostri, e sotto la direzione diocesana, e tutto camminerà bene.

Sono, Monsignore R.mo Veneratissimo,

um.mo dev.mo servo
Michele Agostino
Arciv. 

 




106 AGS EB 01-06 (originale).



107 P. Giuseppe Strumia del clero diocesano di Torino, entrò nella Congregazione di Mons. Scalabrini nel 1891 e subito partì per gli Stati Uniti da dove ritornò a Piacenza nel 1898.






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