Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Silvano Tomasi – Gianfausto Rosoli
Migrazioni moderne

IntraText CT - Lettura del testo
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

- 66 -


-Definita la nazionalità si domanda quale influenza

 possa essa avere riguardo alla conservazione della fede e viceversa.

 

Non v’ha dubbio che l’idea della naionalità sia uno di quei sentimenti che sono chiamati ad esercitare larga e talvolta decisiva influenza sulla conservazione o la perdita della fede di un popolo.

Nella stessa guisa che le idee filosofiche hanno il loro contraccolpo nella vita sociale di un popolo, come la storia antica e moderna lo


- 67 -


prova, l’idea nazionale influì sempre sul sentimento religioso, e tanto maggiormente influì quanto più vivo era il sentimento patriottico.

Come s’è detto, a rassodare lo scisma ed il protestantesimo molto poté il concetto che quelle due forme di cristianesimo fossero garanzia d’indipendenza nazionale. I grandi fondatori di Religioni cercarono quasi sempre di unire assieme i concetti di patria e di religione, affinché il sentimento nazionale sorreggesse la fede del popolo e fosse la leva colla quale essi potessero sollevarlo dall’antico stato per trascinarlo nella nuova via e legarlo al loro carro.

Grazie al concorso dell’idea nazionale, concretata nello spirito belligero e conquistatore, l’Islamismo poté vincere le prime prove e poi propagarsi fra gli arabi prima, fra gli ottomani poi, al segno da divenir pericolo gravissimo alle nazioni cristiane ed al Papato.

I pagani, massime greci e romani, non divisero mai l’idea nazionale da credenze religiose e questo per loro valeva a rafforzare ambedue i principi di patria e di Religione. Riconoscevano quindi l’influenza che la nazionalità esercita sul sentimento religioso e come fede e patriottismo fossero due cose strettamente collegate.

Purtroppo, come s’è detto, ogni qual volta il sentimento religioso parve in conflitto coll’idea nazionale, questa ribellossi, e siccome gli uomini son più sensibili alle cose concrete che alle astratte ne vennero l’apostasia della nazione o l’indifferentismo più o meno ostile.

Ho citato più sopra gli esempi della Germania settentrionale, dell’Olanda e dell’Inghilterra, ove il conflitto creato dagli uomini di varia opinione (protestanti o ultracattolici spagnolisti) annientò il sentimento religioso cattolico a profitto della Riforma.

Citai pure l’esempio dell’Irlanda e della Polonia ove malgrado i poderosi sforzi dei conquistatori inglesi, russi e prussiani, l’idea religiosa si mantenne intatta, come rocca inespugnabile, e questo perché l’idea religiosa era divenuta palladio dell’idea nazionale. E ben lo compresero gli inglesi in Irlanda, i russi ed i prussiani in Polonia, i quali non perseguitarono il cattolicismo in quelle contrade e non cercarono di sostituirlo collo scisma e con l’eresia, se non perché eran certi che l’idea religiosa era il baluardo dell’idea nazionale e viceversa.

Quindi l’idea nazionale influisce sulla conservazione o meno della fede di un popolo ed è anzi elemento fondamentale della fedeltà di questo popolo alla Chiesa o della sua apostasia.

Questo vale tanto per le nazioni generalmente prese quanto per gl’individui. Venendo più particolarmente a questi, è certo che in loro si manifestano gli stessi sintomi che nell’intero corpo sociale e nazionale. Finché l’uomo vive nel proprio paese su per giù conserva i sentimenti


- 68 -


che hanno corso nella generalità dei suoi compatrioti. Vi sono eccezioni, ma esse non cambiano la regola.

La cosa muta per l’emigrante. Costui vive sbalzato in terra straniera e come annegato nel mare magno di un altro popolo o, nei paesi misti, di più popoli aventi costumi, tradizioni ed abitudini affatto diverse dalle sue.

La fede è forse la cosa che da un cattolico si perde più facilmente in terra straniera, quando il paese che si abita sia cristiano ma eterodosso.

Ciò che mantiene la vita cattolica è l’ambiente religioso. Le idee sono patrimonio di pochi. Un pensatore può essere cattolico a Roma, a New York, fra i lapponi, gli eschimesi, i cinesi ed i turchi. Un operaio che non pensa, e che le idee materiali dominano, non è mantenuto nella Religione dei padri suoi, quando trovasi sbalzato in terra straniera che a patto di trovarvi qualche cosa che gli ricordi l’ambiente che ha lasciato abbandonando la patria, e conservando per le sue nazionali tradizioni un affetto intenso ed inalterabile. E però anche in paesi cattolici, come l’America del Sud, il sentimento nazionale viene a sorreggere il sentimento religioso ed il povero emigrato ha bisogno non solo dell’assistenza di un sacerdote cattolico, ma dell’affettuosa cura di un apostolo, che coltivi in lui le antiche tradizioni di patria e di famiglia che sono fondamento della sua fede.

Fintantoché l’emigrato si considera come straniero e mantiene intatto il suo affetto alla patria lontana, le tradizioni di famiglia rimangono intatte in lui, e però noi vediamo l’irlandese, che ovunque emigra non dimentica mai l’idea nazionale e la cara Irlanda, conservare quasi sempre la fede, ancorché assimilato all’Americano, al colono del Capo di Buona Speranza o all’Australiano. Ma per l’Irlandese ci sono due vantaggi che mancano affatto all’italiano e cioè: 1° la lingua che si parla negli Stati Uniti, in gran parte del Canada e nelle grandi colonie inglesi del Capo e dell’Australia è la stessa che si parla in Irlanda. 2° Il clero cattolico di quei paesi, salvo ben poche eccezioni, è irlandese o oriundo irlandese.

Inoltre nell’irlandese è potente l’odio nazionale contro l’Anglicanismo che egli mette in fascio coll’oppressione politica della sua patria.

L’Italiano invece non ha, né può avere odio nazionale e religioso contro gl’inglesi. Deve osteggiare il protestantesimo solo dal punto di vista religioso, quindi vi è un ostacolo di meno (e quale ostacolo) alla sua apostasia.

Se egli conserva le tradizioni patrie, egli rimarrà cattolico; se le perde si farà protestante, insensibilmente, nei paesi protestanti, massone


- 69 -


o indifferente nei paesi cattolici, molto più che purtroppo non mancheranno incentivi, anche da parte di compatrioti traviati, per spingerlo all’apostasia.

Ma la tradizione è l’ostacolo massimo a cotesta apostasia. Il popolo, che non pensa, e quindi è soggetto a minor varietà di sentimenti, è più tenace nelle tradizioni della persona colta, ma viceversa quando in lui si affievoliscono questi tradizionali sentimenti, questa memoria perenne del luogo natio, che si compendia nella casa paterna, nella Chiesa, nelle sacre funzioni, nel parroco, egli si trasforma radicalmente e si assimila all’ambiente nuovo, oppure perde ogni principio, e diventa un isolato, un uomo a sé, tutto dato alle materialità, senza ideali e senza principii sovrannaturali.

È certo che un operaio che perde le tradizioni nazionali, perde in gran parte la ragione d’essere della sua fede, e che viceversa quando mantiene intatta la fede conserva pure intatte le tradizioni nazionali.

I milioni di cattolici italiani, spagnuoli, tedeschi ecc. che si sono persi nel mare magno di protestantismo o d’indifferentismo dell’America del Nord, si sono persi perché fino da quando sbarcarono su quella terra lontana e straniera si videro abbandonati ed isolati.

Ora, l’uomo non può vivere a lungo abbandonato ed isolato. L’uomo è un essere essenzialmente socievole. Può resistere un poco all’isolamento, ma quando in terra straniera non l’incoglie la nostalgia, finisce coll’adattarsi all’ambiente, e quando, come la maggioranza dei nostri emigrati, è ignorante, colle abitudini nuove nazionali, prende ancora le abitudini religiose della novella patria, apostatando dai due grandi sentimenti del cuore umano: il nazionale ed il religioso.

Si comprende poi tanto più facilmente la protestantizzazione dei cattolici ignoranti, in quanto che una volta abbandonata la fede dei padri loro, i cattolici si adattano facilmente a religione così elastica e che accetta nel suo seno con uguale facilità anime ardenti di sentimento religioso e gente scettica, fredda o indifferente. In una parola, se costa farsi o rimanere cattolici, poco pesa il farsi o rimaner protestanti per chi ha poco sentimento religioso.

I tedeschi, non solo i cattolici, ma anche i protestanti compresero da tempo lo stretto legame che v’ha fra sentimento nazionale e religioso. E però curarono che ovunque sono i loro emigrati, essi trovino sacer[...]

(l’originale è incompleto e non è stato possibile ricostruire la  versione originale).




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL