Capitolo
Ventesimo - La Croce sul Pane
Gregorio IX si trattenne qualche tempo ad
Assisi e prima di partire volle tornare a San Damiano. La città era piena di
frati, accorsi da ogni parte del mondo, per la beatificazione di Francesco. La
Chiesa ormai riconosceva la virtù erica del poverello d'Assisi. Francesco era
Santo. Attorno alla testa del figlio di Pietro di Bernardone splendeva
l'aureola del paradiso.
E come a sua luce di Santo si rifletteva su tutta la chiesa, così i suoi
seguaci si spargevano su tutta la terra. In pochi anni l'Ordine dei Minori,
chiamati comunemente "francescani" , si era enormemente dilatato in
ogni parte del mondo.
Moltissimi seguivano, a piedi scalzi, le orme di San Francesco.
Ma sopra a tutti, più di tutti e meglio di tutti , era Chiara che si manteneva
fedele all'insegnamento del Santo, mantenedosi fedele alla più assoluta
povertà.
Il Papa Gregorio IX aveva ripensato più volte alla risposta che Chiara gli
aveva dato in San Damiano:"Padre Santo ,scioglietemi dai peccati , ma non
dal voto della povertà".
Questo significava aver capito lo spirito di San Francesco ; questo significava
seguire fedelmente l'esempio del poverello d'Assisi.
Il Papa non poteva ripartire senza tornare tra gli olivi di San Damiano, dove
si respirava si respirava la pura aria del francescanesimo.
Avvertita per tempo, questa volta Chiara aiutata dalle compagne, aveva ornato
di fiori la chiesa,aveva unto di olio le tavole della mensa, e cosparso di rami
d'olivo la stradicciola che scendeva al convento.
Anche povera, voleva fare onore al Vicario di Gesù. Guai se la sua perfetta povertà
l'avesse fatte insuperbire. La povertà superba e sdegnosa è come pane ammuffito
; non nutre più, anzi avvelena.
Il Papa benedisse le povere donne di San Damiano rivolse loro un discorso da
padre a figlie.
Chiara lo stava ad ascoltare, estatica. Per quanto ella fosse più avanti nella
pietà e nella devozione, ogni parola del Papa le pareva un dono inestimabile.
Il Papa era Gesù in terra. Così le aveva insegnato San Francesco, sempre ligio
all'insegnamento della Chiesa. E Chiara, vera figlia di San Francesco, chiamava
Gregorio IX, Padre Santo .
Dal canto suo, Gregorio IX desiderava che anche Chiara parlasse, quand'ella
discorreva "delle cose celestiali e divine".
Intanto il tempo passava e già l'ora di mezzogiorno era da un pezzo scoccata,
quando Chiara s'accorse che ormai il Sommo Pontefice non poteva tornare ad
assisi per desinare.
Confusa, ma pronta ,fece immediatamente preparare la mensa. non c'era però che
pane ; pane duro ricevuto in elemosina.
Chiara fece disporre le pagnotte sulle rozze tavole del refettorio, e ,
inginocchiata, pregò il Papa di benedire la mensa.
Il Papa rispose:
-Suor Chiara fedelissima, io voglio che benedica questo pane tu, facendovi
sopra il segno della croce di Cristo. Santissimo Padre , - ribattè Chiara,-
perdonatemi , ma sarei degna di rimprovero, se, dinanzi al vicario di Cristo,
io , che sono una povera donna, presumessi di fare questa benedizione.
Ma il Papa rispose ancora:
- Perché ciò non sia creduta tua presunzione, ma merito d'obbedienza, io ti
comando, per santa obbedienza, che sopra questo pane tu faccia il segno della
croce, benedicendolo nel nome di Dio. Chiara non si poteva rifiutare all'ordine
del Sommo Pontefice. Si alzò in piedi e con la mano destra tracciò in aria un
gran croce, invocando il nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Allora il Papa vide , e videro i Cardinali, i Prelati del seguito e le
"povere donne" che erano intorno, come sopra ogni pagnotta fosse
apparso, per miracolo, un segno profondo : una croce quasi intagliata nella
dura crosta del pane.
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