Capitolo Venticinquesimo - Il Corteo delle Vergini
Chiara poteva morire, con la bolla della
Santa Povertà , stretta sul petto.
Poteva anch'essa cantare il suo "Nunc dimittis", ora che il papa
aveva confermato e sanzionato la sua Regola di vita povera.
Sul giaciglio della sua lunghissima infermità, mormorava alla propia anima, che
si scioglieva dal corpo, reso diafano dalla penitenza e dalla malattia: -In
pace, e vanne lietamente a Colui che ti creò, ti santificò, e sempre ti ha amata
e custodita. Va' a colui che t'ha guardata.
Una della sue donne , che stava presso di lei, udendo quelle parola le chiese
premurosamente:
-Che dite voi, madre santa? A chi parlate?
-Io parlo all'anima mia benedetta - rispose Chiara.
Dopo poco riprese a mormorare.
-Benedetto sii tu, Signore mio, che mi creasti e con il tuo pietoso sangue mi
ricomprasti per darmi vita eterna, la quale sei Tu.
Sorridendo, si volse alla suora che l'assisteva e le disse:
Vedi tu il Re della gloria come vedo io?
Inginocchiate attorno al giaciglio della loro madre, le "povere
donne" di San Damiano lacrimavano di dolore e di consolazione.
Chiara aveva ricevuto la bolla Papale il giorno prima, il 10 Agosto, giorno di
San Lorenzo.
Tutta la notte, dal cielo profondissimo, eran cadute le stelle, rigando la
notte d'un pianto silenzioso. Ora s'alzava l'alba del nuovo giorno e spariva
ogni traccia di dolore.
Dalle grandi finestre, alte sulla campagna, la luce mattinale entrava quasi
abbagliante. Chiara la raccoglieva nei grandi occhi splendenti.
Non era però luce naturale quella che entrava dalla porta. Chiara si volse da
quella parte e con lei si volsero tutte le suore, rapite più che stupite.
Entrava dala porta uno stuolo di vergini tutte vestite di bianco, e ciascuna
aveva in capo una corona d'oro. Nel mezzo a loro veniva una Vergine più
gloriosa e maggiore di tutte le altre.
La sua corona era di più grande splendore, come non fu mai il sole in tutta la
sua chiarezza. La Regina delle Vergini si mise innanzi a tutte le altre e andò
verso il giaciglio di Chiara. Si piegò verso la morente così abbracciata, fece
cenno che le porgessero il pallio.
Era un tunica tutta d'oro, con pietre preziose, che alcune vergini portavano
sulle braccia.
La Vergine maggiore avvolse in quella veste l'anima benedetta di Chiara. Lasciò
sul giaciglio di sarmenti un povero corpo esamine. Partì, seguita dal regale
corteo, con l'anima gloriosa, verso la festa eterna del Paradiso.
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