Capitolo Ventiseiesimo - Santa Chiara
Col crescer del giorno, la notizia che
Chiara era morta si sparse dovunque.
Dalla compagna a dalla città, la gente corse a San Damiano. Tutti dicevano:
O Santa Chiara, prega Iddio per noi!
Si mosso anche il Papa, con tutta la corte, per la sepoltura, e corse voce
ch'egli avesse voluto l'Uffizio delle Vergini, invece di quello dei morti.
Pare che fosse il Cardinale d'Ostia a frenare lo slancio del Papa, e a proporre
la normale officiatura, in attesa del processo di beatificazione.
Il Papa accettò, ma diede propio al Cardinale d'Ostia il compito di pronunziare
il sermone in onore di Chiara già chiamata Santa dalla voce del popolo. Intanto
era scesa da Assisi anche la Signoria con fanti e cavalieri. Il convento fu
contornato d'armati, giorno e notte, a guardia del corpo venerato.
San Francesco era restato poco alla Poziuncola. Dopo il transito, i suoi
compagni, in grande fretta, ne avevano tolta la salma. Passando da San Damiano,
erano entrati in città, da Porta Nuova, e avevano riposto il corpo del loro
padre nella piccola Chiesa di San Giorgio.
Non era prudente lasciare una reliquia così preziosa in un luogo indifeso e
fuor dalle mura. I Perugini potevano portarlo via un colpo di mano armata. Il
corpo del Santo valeva più che un tesoro.
Da San Giorgio poi, due anni dopo, il corpo di San Francesco era stato
sprofondato nelle viscere della nuova basilica, sorta, per volere di frate
Elia, fuori della città, ma con bastoni e muraglie, simile a una fortezza.
Gli stessi timori si ebbero per il corpo di Chiara. San Damiano si trovava in
aperta compagna, chiuso con muro da orto. Venne perciò recinto di armati. La
Signoria d'Assisi fece buona guardia, nel timore che quel tesoro le fosse
tolto.
Poi si pensò al trasporto, dentro le mura della città.
La chiesina di San Giorgio era di nuovo libera. Dov'era stato il padre, poteva
riposare la figlia. E come in vita Chiara aveva seguito le orme di Francesco,
così anche da morta seguì il viaggio del suo maestro.
Anch'essa a piedi avanti, portata da Prelati e seguita da tutta la Corte
papale, salì l'erta del monte, entro da Porta Nuova, mentre tutte le campane
d'Assisi suonavano a gloria.
Fu deposta in San Giorgio dov'era stato due anni anche Francesco. Sempre dietro
a lui, la donna fedele; sempre con lui, la donna forte. Nella vita e nella
morte, nelle povertà e nella gloria, poer sempre.
E sulla chiesetta di San Giorgio crebbe anche per lei grande basilica,
spaziosa, belissima, chiara, intitolata al nome suo di Chiara.
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