Capitolo Sesto
- Agnese
Il monastero femminile, dove francesco aveva
messo in serbo Chiara, era quello si San Paolo.
Dopo pochi giorni la cavò di lì e la ripose nel monastero femminile di
sant'Angelo di Panzo, sulle pendici del Subasio.
Ogni giorno, la sorella minore di Chiara, Agnese, l'andava a trovare. Una sera
non fece più ritorno in famiglia a mandò a dire che anch'essa intendeva restare
in convento.
Lo zio Monaldo ando di nuovo sulle furie. Chiara aveva diciotto anni, ma Agnese
ne aveva soltanto quindici e si trovava ancora sotto la patria potestà. Andò a
riprenderla, con la scorta dei servitori armati. A pugni e a calci la
condussero via, mentre la fanciulla gridava:
-Aiutami, sorella Chiara!
Chiara non mosse dito. Pregava e si sarebbe detto che non le comportasse nulla
della sorella trascinata fuori dal convento.
I rapitori presero vie traverse, per luoghi selvaggi, pieni di pruni e si
sassi. Spingevano a furia la fanciulla, che ad ogni pietra lasciava una traccia
di sangue e ad ogni pruno un capello biondo.
Dopo un lungo tragitto, Agnese cadde per terra, tramortita dalla stanchezza e
dai maltrattamenti. Monaldo ordinò che fosse presa di peso e trasportata a
sacco.
Fecero allora per sollevarla, ma le braccia robuste dei portatori non ci
riuscirono.
- Costei ha mangiato piombo tutta la notte dicevano, drizzandosi sulle reni
indolenzite.
Infatti il corpo di Agnese, più pesante del piombo, non si staccava dalla terra
su cui giaceva. Mosso dall'ira, lo zio Monaldo si fece largo col pugno alzato,
per colpire la nipote, ma il braccio gli restò a mezz'aria paralizzato.
Monaldo urlava dal dolore che gl'intormentiva il braccio,e gli uomini del suo
seguito, spauriti di quel gastigo, si dispersero per la campagna. Anche lo zio
Monaldo, sempre urlando, corse via verso Assisi. Il corpo di Agnese rimase come
morto fra sterpi e pietre, abbandonato da tutti.
Ed ecco Chiara uscire dal monastero.
Seguì per terra le tracce del sangue, si fecce guidare dai capelli d'oro che
luccicavano tra i pruni, e giunse così su luogo dove giaceva la sorella. La
prese pietosamente per mano e le disse:
-Sta' su, sorella mia Agnese. Andiamo a servire il nostro dolce sposo Gesù
Cristo.
E Agnese s'alzò da terra, pulita e fresca, come se avesse dormito nel suo
letto, tutta la notte, e ora si risvegliasse al primo chiarore dell'alba.
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