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Quinto Settimio Florente Tertulliano
Apologetico

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  • CAPO 15 -- Lo scempio e la profanazione della divinità si compie anche nel modo più ripugnante su la scena e nell'interno degli stessi templi.
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CAPO 15 -- Lo scempio e la profanazione della divinità si compie anche nel modo più ripugnante su la scena e nell'interno degli stessi templi.

[1] Anche le altre licenziose fantasie servono al vostro divertimento attraverso al dileggio degli dei. Considerate le arguzie dei Lentuli e degli Ostilii e, vedete un po' se ridete dei mimi, oppure degli dei vostri in quegli scherzi e burle: un Anubi adultero, una Luna maschio, una Diana staffilata, la lettura del testamento di Giove morto, i tre Ercoli affamati burlati.

[2] Ma pur le parti degli attori esprimono tutta la sconcezza degli dei. Piange il figlio precipitato giù dal cielo il Sole, mentre voi vi divertite; Cibele per un pastore sospira, che non vuol saperne di lei, senza che voi ne arrossiate; e sopportate che le birbanterie si declamino di Giove, e che Giunone, Venere e Minerva giudicate siano da un pastore. [3] Col fatto stesso che una testa ignominiosa e famigerata la figura di un vostro dio rivesta, che un corpo impuro e a codesta arte educato con una vita effeminata una Minerva o un Ercole rappresenti, non si viola e contamina, tra i vostri applausi, la maestà divina?

[4] Più religiosi senza dubbio siete nell'anfiteatro, dove sopra il sangue umano, sopra i cadaveri di sozzi giustiziati ugualmente i vostri dei istrioneggiano, argomenti di storie somministrando a dei criminali, se pur spesso i criminali proprio la figura degli dei vostri non rivestono.

[5] Ho veduto io stesso una volta un Atti evirato, quel famoso dio di Pessinunte, e uno il quale aveva la parte di Ercole assunto e ardeva vivo. Ho riso, assistendo anche agli svaghi atroci dei ludi meridiani, davanti a un Mercurio, che i morti col cauterio esaminava; ho veduto anche il fratello di Giove che, armato di martello, i cadaveri dei gladiatori trascinava via.

[6] Tutti codesti fatti, e quanti altri ancora avrebbe uno potuto investigare, se l'onore scuotono della divinità, se gli attributi della maestà divina disonorano, hanno certo origine dal disprezzo in cui sono tenuti tanto gli dei che li compiono; quanto gli spettatori, per il cui divertimento li compiono.

[7] Ma sia pure: codesti sono passatempi. - Ma se io aggiungessi quello che la coscienza di tutti non meno riconoscerà vero, cioè che nei templi si combinano adulteri, che fra gli altari ruffianerie si compiono, che spesso proprio nelle celle dei custodi e dei sacerdoti, proprio sotto le bende e i berretti e le porpore, tra il fumo degli incensi si dà sfogo alla libidine, non so se gli dei vostri, più che dei Cristiani, abbiano di che lamentarsi di voi. Certo i sacrileghi sempre tra i vostri sono còlti: ché i Cristiani i templi nemmeno di giorno conoscono. Li spoglierebbero, forse, anch'essi, se anch'essi li venerassero. [8] Orbene, che è quello che onorano coloro che tali cose non onorano? è facile senz'altro intendere che della verità sono cultori coloro che non sono cultori della menzogna, che più non errano in ciò, in cui riconoscendo di avere errato, hanno cessato di errare. Codesto prima comprendete; e di qui tutto il seguito del nostro culto apprendete, dopo, per altro, che confutate saranno le false opinioni vostre in merito.




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