§ 77. — La giustizia. — Il
giurì.
Ma quando pure si fossero
arrestati tutti i delinquenti dell’Isola rimarrebbe il farli giudicare e condannare
in giudizio pubblico e col giurì. Crescono le difficoltà per far parlare i
testimoni, nasce quella di far parlare i giudici. Principieremo col trattare di
questi.
Nelle condizioni attuali della Sicilia non esitiamo ad
affermare che il giurì, comunque composto, non può che impedire l’azione della
giustizia162. Non staremo a citare assoluzioni scandalose,
numerosissime specialmente in Sicilia; non staremo ad analizzare le statistiche
ed a cercarvi per quali specie di reati sia stata pronunziata l’assoluzione e
per quali la condanna. Se le relazioni sociali nell’Isola sono realmente quali
le abbiamo descritte in questo lavoro, e pochi, crediamo, lo negheranno, è
lecito conchiudere senza esitazione che un colpevole, per poco che abbia
aderenze, protezioni od influenze di qualunque specie, è certo di essere
assoluto. Dove non valgono la corruzione o le intimidazioni, valgono le
relazioni d’amicizia, di clientela, di riconoscenza. In ogni caso vale l’opera
di quegli avvocati che hanno per industria speciale la fabbricazione dei
giurì. Essi s’informano dei particolari più intimi riguardanti ognuno dei
giurati, e così scuoprono i modi più opportuni d’influenzarli o corromperli.
Una statistica che non segnasse nemmeno una assoluzione, non proverebbe nulla,
se non che i colpevoli influenti non sono stati mai sottoposti al giudizio dei
giurati, sia perchè la procura del Re, certa di non ottenere testimonianze, ha
dovuto perfino rinunziare ad iniziare l’istruzione163, sia perchè nel
corso della medesima «le prove più palmari si dileguano e sfumano, a così dire,
fra le mani dei magistrati, dimodochè le più di tali procedure cominciate sotto
ottimi auspici, si chiudono con un non farsi luogo a procedere per mancanza di
prove164.» La soppressione del giurì in Sicilia recherebbe per tutti i
versi infiniti benefizi165. Nulla impedirebbe di mantenerlo per quelle
cause nelle quali il giudicabile potrebbe giustificatamente temere pressioni
governative sui magistrati, per i delitti politici, cioè, e per quelli di
stampa.
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